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“Too Much Johnson”, il film ritrovato di Orson Welles

Creato il 08 agosto 2013 da Af68 @AntonioFalcone1

nnnnnE’ stato ritrovato dal cineclub Cinemazero di Pordenone un film di Orson Welles del 1938 ormai considerato perduto, Too Much Johnson, che verrà presentato il 9 ottobre prossimo, in prima mondiale, alle Giornate del Cinema Muto (32nd Pordenone Silent Film Festival, 5-12 ottobre), restaurato dalla George Eastman House con il contributo della National Film Preservation Foundation.
La copia, creduta distrutta nell’ incendio che colpì la casa madrilena di Welles nel 1971, è stata recuperata da un ragazzo di Pordenone, Mario Catto, fra le scatole che una ditta di trasporti locale intendeva eliminare e Cito Giorgini, grande esperto dell’opera di Orson Welles, ne ha confermato l’autenticità.

Orson Welles

Orson Welles

Il geniale regista, all’epoca 23enne ma già autore famoso nell’ambito teatrale e radiofonico, intendeva girare Too Much Johnson (fra gli interpreti Joseph Cotten e Virginia Nicholson), come un film muto (ispirato allo stile slapstick delle comiche di Mack Sennett e Harold Lloyd), da dividere in 3 parti che servissero da ouverture, sfondo e raccordo agli altrettanti atti della omonima commedia di William Gillette, in allestimento presso il Mercury Theatre di New York ad opera dello stesso Welles, ma il progetto così delineato non andò in porto, sia per l’impossibilità tecnica della proiezione cinematografica, sia per problemi di natura legale (una versione della commedia era stata già prodotta dalla Paramount, nel 1920).
Joseph Cotten in una scena di

Joseph Cotten in una scena di “Too Much Johnson”

Quindi, grazie al fortuito ritrovamento, il 1938 nella carriera di Welles può ora essere ricordato non solo l’anno della celebre celia radiofonica (il 30 ottobre, quando la messa in onda di una riduzione de La guerra dei mondi di H.G. Wells scatenò il panico collettivo e lo rese famoso), ma anche quello della realizzazione di una pellicola che nella sua filmografia va a collocarsi subito dopo il corto d’esordio in qualità di regista cinematografico, The Hearts of Age (‘34, corealizzato con William Vance) e prima del capolavoro assoluto Quarto potere (Citizen Kane, ’41).

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Premio Oscar 1942 per la miglior sceneggiatura originale (Welles e H.J.Mankiewicz), Citizen Kane mantiene ben salda nel tempo la sua aura di film affascinante e controverso: la cinepresa diviene l’occhio del regista, sottolinea ogni particolare (e, soprattutto, rende lo spettatore unico depositario del significato di Rosebud), con una forza innovativa tanto nella tecnica di realizzazione (uso della profondità di campo, del piano sequenza, del grandangolo per allargare l’immagine sia in orizzontale che in verticale) quanto nell’esposizione narrativa.
La frammentazione temporale, infatti, non è fine a se stessa, ma volta a dare una visione soggettiva della vicenda, riproponendo a volte lo stesso episodio, raccontato con nuovi particolari dai protagonisti.
Per soddisfare la curiosità di quanto del genio visivo e narrativo di Welles, del resto già espresso con “violenza” innovatrice fra teatro e radio, fosse già presente in Too Much Johnson non resta dunque che attendere la proiezione del 9 ottobre, anche se già la notizia di tale ritrovamento credo possa essere interessante per tanti cinefili.


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