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Oggi ci inoltriamo nel vivo del listone seinen; quelli della scorsa settimana, tutti eccellenti manga, erano “solo” di riscaldamento. Oggi invece ci spariamo cinque seinen belli tosti, che a conti fatti potrebbero benissimo rappresentare la mia top 5.
Ma come scoprirete lunedì prossimo, la (mia) Top 5 seinen sarà molto, molto particolare.
In ogni caso, ciancio alle bande e…vediamo chi c’è quest’oggi!
10° Posizione: Bambino!
Il miglior manga sul mondo culinario. Roba che la Clerici o la Parodi in confronto sono delle squallide dilettanti, e che suor Germana è una principiante. Ban Shogo, studente universitario, ha la passione per la cucina. Ed è talmente appassionato che pur di perseguire il sogno di diventare un ottimo chef, deciderà di abbandonare gli studi per dedicarsi anima e corpo al Baccanale, il miglior ristorante della città che ha deciso di puntare su di lui. Il percorso lavorativo di Ban al Baccanale è un vero e proprio “cursus honorum” (passatemi il termine), che lo vedrà ricoprire tutte le posizioni possibili e immaginabili per capire meglio come funziona, dal “di dentro” un ristorante eccellente.
Manga bellissimo, che fa venire una fame incontrollabile, e che appassiona come pochi.
Inspiegabile che da noi non sia ancora stato pubblicato…
In ogni caso ne ho parlato in maniera molto, molto approfondita QUA
9° Posizione: Pluto
Un giorno scriverò un articolo intitolato “Naoki Urasawa è il Dan Brown dei giappominkia”, per il semplice fatto che solo i giappominkia che in vita loro non hanno mai aperto un libro o un romanzo serio lo elevano a Dio assoluto. La verità è che, benchè Urasawa sia sicuramente tra i migliori storyteller nipponici, non esce mai dagli schemi “classici” di un certo tipo di narrativa. Anzi, il suo utilizzare stilemi "classici" (ma purtroppo già visti - e quindi triti e ritriti) in romanzi di "genere" è il suo più grande punto debole. È una cosa di cui ho già discusso nell’articolo su 20th Century Boys (che trovate QUA) quindi non mi ripeto. Pertanto, per quanto mi riguarda, Pluto è il suo miglior manga. Perché in una storia che non è la sua ha saputo approfondire (come sa sempre fare, d’altronde) personaggi che già nelle loro controparti originali (basta leggere o guardare la storia originale di Tezuka) erano molto ben definiti e totalmente tridimensionali.
La storia di fondo è semplice: un robot “malvagio” di nome Pluto sta uccidendo uno dopo l’altro i robot più forti e importanti del mondo. Sul caso indaga Gesicht, superpoiliziotto dell’Interpol, che pure è uno dei robot che entreranno nel mirino di Pluto.
Pochi volumi per una storia densissima e a tratti commovente.
C’è una scena, in particolare, che mi ha fatto piangere.
Ed è l’unico fumetto, fino ad oggi, che c’è riuscito.
8° Posizione: Lone Wolf and Cub
Kodure Ookami è probabilmente uno dei 4-5 manga (a prescindere dal genere o dal target di riferimento) che hanno cambiato la storia del manga e influenzato la storia del fumetto. Qualsiasi manga sui samurai deve, per forza di cose, confrontarsi con l’opera di Koike e Kojima, e ad oggi solo una – secondo il mio personale giudizio – le tiene testa. Senza quest’opera fondamentale per la cultura fumettistica giapponese, buona parte delle opere degli anni 70 e 80 probabilmente non sarebbero mai nate. Lo stile di Kojima ha contagiato persino uno come Frank Miller, che pur non sapendo leggere il giapponese, si sparò tutti e 28 i volumetti del manga, li amò e plasmò il suo “Ronin” avendo bene in mente i disegni di questo fumetto. Lone Wolf and cub è un capolavoro assoluto, che potrei mettere benissimo anche in prima posizione, ma che scelgo di mettere a metà classifica unicamente perché tutti gli altri manga che lo precedono hanno giusto un “qualcosina” di particolare che me li fanno preferire.
Di che cosa parla? Di un ronin in cerca di vendetta durante il periodo Tokugawa che anche durante le missioni più pericolose o le più cruente delle battaglie non si separa mai dal suo figlioletto di pochi anni.
Must Read.
7° Posizione: Kingdom
Kingdom è uno di quei fumetti che mi ha stupito sempre di più mano a mano che procedevo con la lettura. La storia racconta come si è arrivata all’unificazione della Cina e come Quin Shi Huang, futuro primo grande imperatore (quello dell’esercito di terracotta, per intenderci) abbia preso il potere. Mi ha stupito perché il fumetto prende il via come un seinen a sfondo storico, dove prevalgono però l’avventura e l’azione. Le cose però cambiano mano a mano, e si tramuta in un manga quasi interamente bellico e storico. Il nucleo della narrazione diventano le battaglie che hanno permesso alla Cina di diventare “la Cina”, e gli intrighi politici, i sotterfugi, le doppiezze, i tradimenti e i colpi di mano che si muovono tra i tavoli delle diplomazie cinesi.
Anche questo è un capolavoro: Yashuisa Hara, il suo autore, è molto bravo. Il suo tratto è molto nitido e pulito, le battaglie sono facili da seguire, sempre chiare e puntualissime, sia perché, grazie a un roster di personaggi molto azzeccato, te le fa vivere in prima persona, sia perché ti mostra, quasi come se fossimo davanti a un videogame di strategia, qual è l’andamento tecnico-tattico di ogni singolo scontro.
Imperdibile.
6° Posizione: Onepunch-Man
Raramente ho amato un manga quanto amo Onepunch-Man. Tanto che se non ci fossero quei cinque seinen là davanti, questo starebbe in prima posizione ad occhi chiusi. È diventato sin da subito uno dei miei manga preferiti in assoluto, grazie soprattutto alla sua semplicità e alla sua immediatezza nel raccontare la “sua” storia. Da questo punto di vista, Onepunch-Man è esattamente come Dragon Ball, e per quanto mi riguarda è senza ombra di dubbio la miglior novità editoriale del panorama nipponico degli ultimi dieci anni.
Soprattutto, Onepunch-Man è l’opera definitiva che distrugge, smitizza e decostruisce il seinen e lo shonen.
Ma ne ho parlato in maniera molto approfondita in QUESTO ARTICOLO, quindi vi rimando là, se volete approfondire la questione e capire di cosa stiamo parlando.
Lasciatevi solo dire che la storia di ONE e i disegni stratosferici (con tavole molto “cinematografiche”) di Murata vi farà impazzire…
E insomma, questa era la mia classifica “media” dei seinen.
Come detto, lunedì prossimo sarà la volta della Top 5. Che a questo punto, se mi conoscete un pochetto, potreste intuire tranquillamente…
In ogni caso, il giochino è sempre lo stesso: quali sarebbero i vostri seinen migliori, se doveste stilare una classifica dal 10° al 6° posto?
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