Le regole sono le solite, nella classifica troverete solo film usciti regolarmente nelle sale italiane nell’anno solare 2013. Per quanto riguarda i film orientali, sono considerati tutti quelli usciti nel 2013 o visti nei festival nel corso dell’anno (per questo troverete anche pellicole del 2012). Ho tolto la classifica dei film italiani perché fare una top ten su un campione di una dozzina di film mi sembrava poco professionale, i più belli li troverete comunque in quella generale.
Doveroso come sempre ricordare quei film che per un motivo (scarsa distribuzione) o per l’altro (pigrizia) non sono riuscito a vedere, ma che avrebbero potuto trovare posto in classifica e che mi prefiggo di recuperare: La vita di Adele, Lincoln, The Act of Killing, In Another Country, Qualcosa nell’aria, Lo sconosciuto del lago
1. La grande bellezza di Paolo Sorrentino (Italia/Francia)

2. Django Unchained di Quentin Tarantino (Usa)

3 – Gravity di Alfonso Cuaron (Usa/Gran Bretagna)





7 – Looper di Rian Johnson (Usa) – Uno dei migliori film di fantascienza degli ultimi anni che gioca con i paradossi temporali partendo da una premessa intrigante. Bruce Willis sembra tornare a impersonare il suo personaggio da L’esercito delle 12 scimmie e rende esplicito l’omaggio ai film di serie B, richiamati nelle ottime sequenze d’azione. Peccato per la svolta “sovrannaturale” della seconda parte che stona un po’ con il resto, ma la parabola di Joseph Gordon-Lewitt è di quelle che appassiona e pone intricati dilemmi morali, tipici della fantascienza “impegnata”.



11 – Holy Motors di Leon Carax (Francia/Germania) – Il commento migliore sarebbe: WTF!?!? In realtà quella di Carax è una chirurgica e sistematica decostruzione della realtà e del cinema contemporaneo: le macchine hanno preso il sopravvento e parlano, noi ci limitiamo a impersonare la parte che ci viene affidata di volta in volta. Alcuni “episodi” sono di folgorante genialità (Monsieur Merde), altri di pura bellezza (il motion capture).
12 – The Master di Paul Thomas Anderson (Usa) – L’ultima interpretazione con la quale ricorderemo Phillip Seymour Hoffman sarà questa, il rapporto fra il suo personaggio e quello di Joaquin Phoenix costituisce uno dei legami umani più forti e complessi visti in questa stagione cinematografica. Come spesso in P.T.Anderson, il film emana un fascino potente e misterioso grazie a una narrazione ellittica e non-detti più potenti di mille parole. Leone d’argento e meritata doppia Coppa Volpi ai due protagonisti.
13 – La mafia uccide solo d’estate di Piefrancesco Diliberto (Italia) – Un esordio alla regia non esente da difetti, ma che riesce nell’impresa per niente facile di realizzare una commedia compiuta, nella quale il solito personaggio stralunato di Pif porta tutta la sua ingenua comicità sul grande schermo, riuscendo al tempo stesso a toccare temi altamente drammatici, senza banalizzarli o mancargli di rispetto, per un film che è soprattutto un monito a non dimenticare.
14 – Pacific Rim di Guillermo Del Toro (Usa) – La realizzazione di un sogno – quello di vedere uno scontro tra robottoni e mostri giganti – che diventa realtà grazie all’estro visionario di Del Toro. Al cinema è tifo da stadio. Certo, si sperava – almeno io – in un contorno un po’ più epico e serioso e non in un aggiornamento di Indipendence Day, ma va bene così. Il film caciarone dell’anno.
15 – Come un tuono di Derek Cianfrance (Usa) – Cianfrance è uno degli ultimi registi a girare cinema “classico”, non ha paura di sporcarsi le mani col melò e di entrare nel cuore pulsante nei sentimenti, dove il rischio dell’eccessiva enfasi è sempre dietro l’angolo. E invece questa sorta di tragedia greca divisa nettamente in tre atti penetra prepotentemente nell’animo dello spettatore, con un ultimo atto che è anche il meno riuscito ma, forse, il più necessario.
16 – Prisoners di Denis Villeneuve (Usa) – Meno potente della sua opera precedente La donna che canta, ma comunque parecchio avanti rispetto alla media dei thriller hollywoodiani. Potrebbe costituire un bel dittico con lo Zodiac di Fincher: stessi ritmi dilatati, stesso Jake Gyllehnaal tormentato (qui in versione detective), stessi dilemmi morali che sconvolgono la vita dei “buoni” e fanno ragionare lo spettatore.
17 – Miss Violence di Alexandros Avranas (Grecia) – Senza Larantimos (Dogtooth) non ci sarebbe stato Avranas e, come per il primo, il sospetto di pretenziosità è alto, ma se questi film vengono dalla Grecia un motivo ci dovrà pur essere. Sicuramente è il film del 2013 che più prende a calci e pugni lo stomaco dello spettatore. Decisamente sconsigliato alle anime candide.
18 – La fine del mondo di Edgar Wright (Gran Bretagna) – Per chiudere la mitica trilogia del cornetto che ha riscritto i termini della parodia di genere intelligente, Wright, Simon & Pegg scelgono la fantascienza anni ’50 che si insinua in una sessione di pub crawling tra vecchi amici. Divertente, a tratti geniale (la “starbuckizzazione” è un termine che uso tutt’ora), vede un cast affiatatissimo prima ragionare sui sogni infranti e l'(im)possibilità di crescere per poi diventare uno sboccatissimo inno ai perdenti, rivendicando con orgoglio tutte le nostre umanissime imperfezioni.
19 – Cloud Atlas dei Fratelli Wachowski & Tom Tykwer (Usa/Ger/Sin/HK) – Altro film imperfetto ma affascinante, smaccatamente popolare ma molto ambizioso nella sua costruzione corale che spazia tra i secoli. Alcuni segmenti posseggono un innegabile fascino visivo come quello futuristico (anche se totalmente derivativo, a partire dal loro Matrix).
20 – Il grande e potente Oz di Sam Raimi (Usa) – C’è poco da fare, adoro Raimi e lo spirito con cui approccia i film. Qui forse il tono tende troppo al fanciullesco, ma la giocosità (e la gioiosità) con la quale il regista di La Casa mette in scena il regno di Oz è contagiosa. Un’avventura pirotecnica che corre veloce tra scenografie ammalianti, nella quale siamo portati per mano da quella splendida faccia da schiaffi di James Franco.
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TOP 10 ORIENTE
1- Si alza il vento (Kaze tachinu) di Miyazaki Hayao (Giappone)

2 - ‘Til Madness do us Part (Feng ai) di Wang Bing (Cina)

3 - Lethal Hostage (Bian jing feng yun) di Cheng Er (Cina)

4 – Il tocco del peccato (Tian zhi ding) di Jia Zhang-ke (Cina)
5 – The Last Supper (Wang de Shengyan) di Lu Chuan (Cina)
6- The Kirishima Thing (Kirishima, bukatsu yameru tte yo) di Daihachi Yoshida (Giappone)
7 – Stray Dogs (Jiao you) di Tsai Ming-liang (Taiwan)
8 – Key of Life (Kagi dorobo no mesoddo) di Kenji Uchida (Giappone)
9 – New World (Sin-se-gae) di Park Hoon-jung (Corea del Sud)
10 – Tai Chi Hero di Stephen Fung (Hong Kong)