Dopo la Top 5 sui supereroi che mi sarebbe piaciuto essere, ripropongo il giochino (che pare piacere un po' a tutti), stilando la Top 5 dei cinque protagonisti di film di cui mi piacerebbe vestire i panni almeno una volta. Chi non è cresciuto all'ombra di qualche mito del cinema? Io di certo ne ho fatto un'abbuffata, tanto che citarne solo cinque è puro autolesionismo.
La classifica è stilata al solito modo, ossia di puro istinto. So già che al momento stesso in cui l'avrò pubblicata mi verranno in mente almeno altri dieci personaggi che avrei citato al posto dell'uno o dell'altro. Ma il bello del gioco è anche quello di procedere per associazione d'idee. Ovviamente sentitevi liberi di replicare con le vostre Top 5, sia qui che sui vostri blog, o su Facebook. Insomma, dove vi pare.
E allora... giochiamo!
5. Jack Burton
Visto in: Grosso guaio a Chinatown.
Interpretato da: Kurt Russell.
Lavoro: Camionista.
Doti specifiche: cialtroneria, lingua tagliente, bravo coi coltelli.
Grosso guaio a Chinatown è un film unico nel suo genere, tanto bello quanto divertente, senz'altro una delle gemme più preziose del cinema degli anni '80. Non a caso uscì nel 1986, nel bel mezzo del magico decennio.
Kurt Russell, abituato ad altri ruoli ben più da duro (“Chiamami Jena”, per esempio, che potrebbe entrare in questa Top 5 ma non lo farà), interpreta un camionista brontolone, sarcastico e combinaguai, il mitico Jack Burton, eroe per caso e proprio per questo più credibile di molti altri.
In una storia di maghi cinesi, di mostri orientali (i favolosi Beholder) e di altre piacevolezze da favola urbana – qualcuno oggi parlerebbe di urban fantasy – un rozzo camionista yankee dovrebbe fare la figura di una mosca nel brodo. Invece il vecchio Kurt riesce a dare uno spessore tale al personaggio da renderlo memorabile proprio perché improbabile.
“Sì, il vecchio Jack Burton guarda il ciclone scatenato proprio nell'occhio e dice: «Mean il tuo colpo più duro, amico. Non mi fai paura.» ”
4. Max Rockatansky
Visto in: La saga di Mad Max/Interceptor.
Interpretato da: Mel Gibson.
Lavoro: Road warrior.
Doti specifiche: Sopravvivere.
Max starebbe un po' più su, se non fosse per il terzo film della saga, che ne ha ammorbidito un po' il personaggio, molto più cinico e spiccio nei primi due capitoli.
Max Rockatansky è IL sopravvissuto per antonomasia. Sopravvissuto a se stesso, ai suoi nemici e infine al mondo morente di cui si trova a percorrere le strade deserte. Max è senza famiglia, senza futuro, senza scopo. La sua vita è oramai un interrogativo senza risposta, eppure continua a combattere, trovando di tanto in tanto quella che sembra una fuggevole motivazione per sopravvivere di nuovo.
Lo sviluppo del personaggio è uno dei più azzeccati, partendo dal primo film in cui Rockatansky perde tutto, fino a Mad Max, in cui la produzione decide di mettere questo antieroe sotto una luce più positiva (ovviamente per attirare il vasto e adorante pubblico adolescenziale). Alla fine si tratta di una sorta di Punisher extra-marvelliano, tanto che il Mel Gibson giovane, a pensarci bene, sarebbe stato un ottimo candidato per indossare il Teschio.
Ah, c'è un dettaglio non da poco: Max viaggia su una splendida V8 Interceptor. La leggendaria vettura è basata su di una Ford Falcon XB GT Coupé del 1973, modificata dai produttori e accreditata nel film come un modello dalle capacità incredibili grazie ad un compressore volumetrico installato sul motore. Scusate se è poco!
3. John McClane
Visto in: La saga di Die Hard.
Interpretato da: Bruce Willis.
Lavoro: Poliziotto di New York.
Doti specifiche: Stare tra i piedi al cattivo di turno.
Sboccato, volgare, svogliato, con una particolare propensione a litigare col prossimo. John McClane si autodefinisce “l'uomo sbagliato al posto sbagliato”, frase che da sola gli fa guadagnare un terzo posto saldo e meritato.
Pochi altri personaggi cinematografici riescono a interpretare lo stereotipo dell'americano rozzo, ignorante ma di buon cuore e animato da sentimenti di giustizia. Un archetipo che, a voler ben guardare, ci hanno tirato dietro per anni, al punto che ciascuno di noi l'ha metabolizzato nel codice genetico.
Eppure McClane si distingue per simpatia. Simpatici anche i modi in cui sfugge alle morti più atroci nei modi più improbabili. In questo senso i primi due film della saga, Trappola di Cristallo e 58 minuti per morire, sono davvero perle del cinema d'azione.
E poi, come dimenticarci di quel: “Hippy ya ye pezzo di merda!” Impossibile, vero?
2. Indiana Jones
Visto in: La saga di Indiana Jones.
Interpretato da: Harrison Ford.
Lavoro: Archeologo dell'Università di Chicago.
Doti specifiche: Cultura, fascino e frusta.
«Dottor Jones, abbiamo sentito molto parlare di lei. Professore di archeologia, esperto dell'occulto e, come dite voi altri, acquisitore di antichità rare.»
Da piccolo volevo fare l'archeologo.
Facile capire come Indiana Jones abbia trovato la strada spianata nel conquistarmi al 100%. Del resto il cinema ci presentava un personaggio irresistibile: colto ma anche atletico, avventuroso ma non serioso, in movimento da un luogo esotico all'altro, in cerca di meraviglie e tesori. Se esiste un archetipo dell'eroe cristallizzato in quella magnifica età che è l'adolescenza, questo è Indy. Tuttavia il suo valore aggiunto è quello di restare estremamente godibile anche quando si cresce, e non solo per un fatto di nostalgia. Da ragazzini si apprezzano le gesta dell'Indy avventuriero, da grandi quello dell'Indy professore e “esperto dell'occulto”. Peccato per non aver sfruttato le potenzialità di quarto capitolo più azzeccato, ma il carisma del personaggio perdura, immutabile.
Amatissimo.
1. Van Helsing
Visto in: Qualche decina di film della Hammer.
Interpretato da: Peter Cushing.
Lavoro: Medico, professore, esperto di occulto, cacciatore di vampiri. Olandese.
Doti specifiche: Grande intelligenza, presenza di spirito, abnegazione.
Wikipedia mi avverte che il personaggio creato da Bram Stoker per il romanzo Dracula è stato portato sul grande schermo almeno quaranta volte, interpretato da una moltitudine di attori diversi, da Edward Van Sloan a Anthony Hopkins, da Christopher Plummer a Hugh Jackman (va beh...)
Tuttavia il vero Van Helsing per me è e rimane l'immenso Peter Cushing, aristocratico ed elegante anche quando si tratta di impalare un vampiro.
Cushing, attore inglese entrato di diritto nell'Olimpo dei miti del cinema horror di tutti i tempi, era letteralmente fuso col personaggio del grande cacciatore di vampiri olandese. Memorabili le lotte, più volte riproposte, con la sua nemesi più grande, Il conte Dracula, interpretato da Christopher Lee. Anche se col tempo i film della Hammer si sono sempre più discostati da romanzo stokeriano, la presenza di questi due eccelsi professionisti ha reso memorabili pellicole che partivano da presupposti quasi risibili, tra cui anche La leggenda dei sette vampiri d'oro.
Per me è ancora adesso inarrivabile, altro che la versione pixelata proposta qualche hanno fa nel film di Stephen Sommers, una specie di videogiocone piuttosto soporifero.
Ricordo i bei tempi in cui la Rai proponeva i film della Hammer alle due del pomeriggio, in piena estate. Io li ho conosciuti così. Veramente un'altra epoca, che non tornerà mai più.