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Una volta George Romero era il mio regista preferito.
Lo è stato per anni, senz'altro fino al 2001/2002. I suoi film di zombie hanno segnato la mia cultura “di genere” e non solo. Inoltre Romero ha svecchiato l'horror, ha creato uno dei mostri più fighi e inquietanti del '900, contestualizzandolo a livelli allegorici che nemmeno lui s'immaginava di imbroccare, al momento di girare La notte dei morti viventi.
Il buon George ha infatti dichiarato che i tanto amati risvolti “sociali” dei suoi film sono nati dopo la produzione dei medesimi. In pratica, leggendo tra le righe, lui voleva soltanto divertirci e spaventarci, ma ciò che ha realizzato si è rivelato talmente buono da diventare un contenitore per metafore, allegorie, chiavi di lettura politico/filosofiche.
Quando le cose funzionano così vuol dire che un film è davvero un gioiellino. E lui di gioiellini ne ha indovinati almeno tre.
Questa mia top five è dedicata ai suoi lavori zombeschi. Per una volta andiamo a scalare e non a crescere. Dal più bello al più brutto. Il divario, come vedremo, è abissale...
1. Dawn of the Dead (Zombi)
Anno: 1978
Timeline: Durante l'invasione dei morti viventi
In una parola: filosofico
Dura scegliere il miglior film della prima trilogia. Tuttavia la mia palma va a Dawn of the Dead. Pellicola che ha tutto: azione, orrore, filosofia, ironia, molteplici piani d'interpretazione, epicità.
Di questo film ho un sacco di materiale: le varie versioni, americana e italiane (plurale), con differenze radicali nel montaggio e nella soundtrack, le foto di scena, la novelization e tanto altro ancora.
Cupo e bellissimo.
2. Day of the Dead (Il giorno degli zombi)
Anno: 1985
Timeline: Dopo la sconfitta del genere umano
In una parola: angosciante
Film “minore” per quel che riguarda il budget investito, amatissimo dai fan di Romero e poco apprezzato da tutti gli altri. Memorabile, si fa per dire, la visione insieme a amico che si addormentò dopo più o meno venti minuti di film... Per me era tipo la quindicesima volta che me lo guardavo, e rimasi folgorato quanto la prima.
Day of the Dead è una pelliccola che si ama o si odia, senza vie di mezzo. È il lavoro più pessimista e a suo modo poetico di zio George. E dire che, con qualche soldo in più, la trama sarebbe stata radicalmente diversa. Non necessariamente migliore.
3. Night of the Living dead (La notte dei morti viventi)
Anno: 1968
Timeline: All'inizio dell'invasione di morti viventi
In una parola: rivoluzionario
Tutto iniziò da qui. Morti che resuscitavano dalle tombe, con l'intelligenza e l'istinto delle locuste, ma affamati di carne umana. Un eroe di colore, che però non ne imbrocca una nemmeno per sbaglio, la tipica famigliola americana messa a nudo davanti alla tragedia, i fidanzati cotti flambé e mangiati dagli zombie.
Il tutto ripreso in un bianco e nero spettrale, efficace ed essenziale al contempo.
La notte dei morti viventi ha praticamente creato tutti i cliché del cinema horror d'assedio che ancora oggi va a mille. Solo che in pochi hanno però raggiunto la grandezza di questo film.
4. Diary of the dead (Le cronache dei morti viventi)
Anno: 2007
Timeline: All'inizio dell'invasione di morti viventi
In una parola: wannabe
Coi primi tre posti abbiamo giocato in Champions League, ad altissimi livelli. Con questo film, il secondo della seconda trilogia, ci troviamo a che fare con la tipica squadretta che gioca benino ma che non va oltre una tranquilla salvezza. Tipo il Chievo Verona, per capirci.
Diary of the dead è una specie di reboot, girato con passione ma senza nemmeno mezza idea in più rispetto al 1968. Romero si trastulla con contestualizzazioni troppo urlate, a volte pacchiane, ma la pellicola si regge su buoni livelli, intervallando momenti riusciti ad altri più noiosi.
Però... chi si ricorderà di questo film, fra vent'anni?
5. Land of the dead (La terra dei morti viventi)
Anno: 2005
Timeline: Dopo la sconfitta del genere umano
In una parola: molle
Poteva essere “Mad Max incontra Day of the dead”, invece si riduce tutto a un b-movie di sconcertante banalità, in cui il tocco del maestro si vede soltanto in qualche rara, pregevole trovata. Il tutto affogato in un brodino riscaldato, dal gusto guastato dalla presenza di Asia Argento, che non ha nemmeno la compiacenza di spogliarsi o di farsi mangiare una tetta dagli zombie.
Il ritorno dei morti viventi sul grande schermo dopo 20 anni doveva essere senz'altro più incisivo, più drammatico. A questo punto meglio il remake di Zombi girato da Snyder.
Fuori classifica: Survival of the dead (L'isola dei sopravvissuti)
Anno: 2009
Timeline: Durante l'invasione dei morti viventi (presumibilmente verso la fine)
In una parola: orrendo
Il film di Romero che non avrei mai voluto vedere. Brutto oltre il lecito, sbagliato nei tempi, nei modi, nelle tematiche, nella realizzazione, nel cast.
Il mio cervello tende a escluderlo, a dimenticarlo. Probabilmente la pietra tombale sul papà degli zombie.
Ricordiamolo com'era prima, quando era vivo.
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