Marco Firrao
Sono ventisettemilatrecentonovanta i titoli dei libri che ilmare.com il sito della nostra libreria “lavora” in ogni momento. Come prima libreria italiana specializzata in mare, con 37 anni di attività alle spalle, siamo stati in assoluto i primi a creare un sito di e-commerce – commercio elettronico –, nel ’97 del secolo scorso, quando nasceva il Cybermercato e ancora non esisteva una rete globale quale è Internet oggi. Un’attività all'epoca, costosa e quasi sconosciuta. Marco Firrao, il nostro direttore, è cresciuto seguendo passo passo la sua evoluzione, e ora, dopo quindici anni di affinamento del sistema e di esperienze può offrire un servizio di prim’ordine. Marco ha iniziato l'attività di libraio all'età di17 anni subito dopo avere conseguito la maturità. La Libreria Internazionale Il Mare è stata la sua Università. Ora che di anni ne ha 47 si può vantare di avere una notevole, forse unica, conoscenza dell’editoria di mare. Non c’è libro o autore che lui non conosca. Tanto che una delle sue principali attività è quella della ricerca di libri che si sono persi nel mare magnum della carta stampata. Tra i titoli in catalogo, Marco ora in questa rubrica ci segnala quei volumi molto particolari, che gli amatori del mare dovrebbero apprezzare ed avere nella propria Biblioteca marinara.Iniziamo presentando Manifesti navali scritto a due mani da Gabriele Cadringhr e Anne Wealleans, un libro di grande formato, 30x40 cm, edito nel 2009.
Sulle compagnie marittime e le loro navi sono stati pubblicati centinaia di libri, di solito volumi fotografici. Queso si propone invece di scoprire la loro storia in modo diverso, illustrandola attraverso i manifesti che ogni compagnia produsse per far conoscere le proprie navi e le proprie tratte. Le compagnie marittime sono nate verso la metà del XIX secolo, praticamente in contemporanea alla litografia, per cui il manifesto è divenuto rapidamente il mezzo di comunicazione privilegiato e lo è rimasto per circa un secolo, fino agli anni Sessanta del secolo passato, quando l’aereo ha definitivamente sostituito la nave per i viaggi da un continente all’altro.
Il manifesto marittimo ricostruisce un storia, che è artistica e culturale, umana e industriale insieme. Artistica perché naturalmente vi è un’evoluzione del design.
Ma vi erano anche i funzionari coloniali, i militari, i commercianti, i turisti folle di persone hanno viaggiato su queste navi, le più grandi macchine da trasporto che l’uomo abbia mai costruito. Infine storia industriale, perché i transatlantici costituivano le «vetrine» dei loro rispettivi paesi, mettendone in opera tutte le capacità tecnologiche. Gli interni dal canto loro, riflettevano i più recenti progressi, sia artistici che tecnici: si pensi ad esempio al Normandie, i cui arredi erano opera dei migliori artisti dell’epoca.
Il France, che fu l’orgoglio della Marina mercantile francese, è in corso di smantellamento su una lontana spiaggia indiana; lo United States, ultimo transatlantico ad aver vinto il Nastro Azzurro, arrugginisce in un angolo del porto di Philadelphia; il Queen Mary, il più celebre della lunga dinastia di transatlantici inglesi, è diventato una nave albergo per americani in vena di nostalgie nel porto di Long Beach…