Una categoria di film di cui parlo poco ma che apprezzo molto è quella “sportiva”. Purtroppo mi pare un altro genere in netta crisi. Mentre prima si puntava sull'epicità dello sport visto come metafora della vita (con tutti gli inevitabili stereotipi del caso), oramai anche il cinema mette in luce solo il lato più frivolo e vanesio del calcio e dei suoi presunti fratelli minori. Basta vedere pellicole come Goal! (e relativi seguiti), Driven e Jump in! Per non parlare di penosi sequel come L'allenatore nel pallone 2, davvero indegno.
Meno male che ogni tanto salta fuori ancora qualche perla come Il maledetto United. Ma ecco una mia top five, scritta più di pancia che di cervello.
5. Million Dollar baby
(2004, di Clint Eastwood)
Struggente film sulla boxe femminile, Million Dollar baby parla più di rapporti umani e di solitudine che non di sport. Ciò nonostante è e rimane un capolavoro, non a caso premiato con quattro Premi Oscar e due Golden Globe. Eastwood straordinario nel doppio ruolo di regista e attore, Hilary Swank non è da meno. Quinto posto che potrebbe essere benissimo il primo, se non fosse perché non è un film di sport “puro”.
4. Fuga per la vittoria
(1981, di John Huston)
Ingiustamente sottovalutato, pieno raso di stereotipi e di situazioni prevedibili, Fuga per la vittoria rimane comunque un film esaltante, per molti versi epico, con un finale da pelle d'oca. Michael Caine sugli scudi, alla pari di un Max Von Sydow perfetto nel ruolo del maggiore Von Steiner. Forse pochi lo sanno, ma il film è ispirato a un fatto storico, la “partita della morte”, giocata nel 1942 a Kiev tra una selezione di ufficiali della Luftwaffe e un team di giocatori della Dynamo e della Lokomotiv.
3. The wrestler
(2008, di Darren Aronofsky)
Il dilemma sta nel principio: il wrestling può essere considerato uno sport? Secondo me no, ma il film di Aronofsky merita comunque un terzo posto in questa categoria, presentando una tipica retorica (non intesa in senso negativa) propria dei film di pugilato. Ottima retrospettiva su un mondo ben più cupo e triste di quando le spacconate e i colori sgargianti facciano pensare. Mickey Rourke fantastico in un ruolo non poi così lontano dalla sua vita reale. Colonna sonora di Springsteen perfetta e struggente.
2. Invictus
(2010, di Clint Eastwood)
L'ultimo visto in ordine cronologico, ed è già piazzato al secondo posto. Film al contempo storico e sportivo, porta avanti su doppio binario la biografia di Nelson Mandela e la ricostruzione del mondiale di Rugby del 1995, vinto dalla nazionale sudafricana, assunta a simbolo di un paese bisognoso di riunificazione.
Epica hollywoodiana priva di demagogia, ottime scene di sport, attori bravissimi al servizio di una trama fluida ed accattivante. Diventerà un classico.
1. Rocky
(1976, di John G.Avildsen)
Il film sul pugilato.
Primo, straordinario capitolo di una saga longeva e fatta di alti e bassi, Rocky rappresenta l'american dream nel senso più realistico e meno demagogico del termine. Stallone dà vita a un eroe popolare così vivo e vivido da sempre vero. Impossibile non rapportare la crescita di Rocky attraverso i vari film, fino a identificarsi in un campione patriottico, ben rappresentato dalla scena più naif della saga: il discorso davanti agli alti papaveri del Politburo, a Mosca, dopo aver sconfitto Ivan Drago in uno scontro durissimo.
Il ciclo si chiude col validissimo Rocky Balboa, film che ritorna ai toni malinconici degli inizi. Eroe fallibile, invecchiato ma immortale.
Citazioni fuori classifica, ma doverosissime: L'allenatore nel pallone, Karate Kid, Toro scatenato e, in senso lato, il bellissimo Gli anni spezzati.
Pacman
Nostradamus
Magical Cat Adventure
Snake