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Top post dal mondo Expat #2.11.15

Creato il 09 novembre 2015 da Mamma In Oriente
Top post dal mondo Expat #2.11.15

Eccomi puntuale di lunedì con la mia rassegna sui post più belli della scorsa settimana dai Blog Italiani nel Mondo. Una rassegna ricca, come sempre in ordine di uscita:

L'autrice ci parla di uno dei film di animazione del momento, Inside out, da cui si sente presa in causa emotivamente anche se adulta. Il film racconta infatti del trasferimento di una famiglia in una nuova città e di tutte le difficoltà che la bambina di casa si trova ad affrontare. Sensazioni in cui chiunque abbia espatriato si può sicuramente ritrovare. Scrive:

"Chi di noi, grandi e piccoli, non si è sentito esattamente come la protagonista quando si è ritrovata davanti alla nuova casa e ha aperto la porta della sua stanza che non è ancora "sua" trovando tutto così grigio e freddo?
Quelle sensazioni di non-familiarità e di smarrimento seguiti inesorabilmente da quella voglia di cercare il modo di rendere tutto ciò più casa. Di rendere più caldo e colorato quel nuovo ambiente."

Piccoli eventi quotidiani e stralci di conversazioni con suo figlio fanno da preambolo ad una sera di pioggia in cui l'autrice non può fare a meno di ritornare con la mente al suo passato, alla giovinezza. E si scopre così diversa che non può fare a meno di chiedersi se era davvero stata così. Scrive:

"Si cambia. Si cambia con il passare degli anni. Ci si perde in sentieri che neanche avremmo immaginato esplorare. Si va avanti. Scelte. Cambiamenti. E poi una sera di pioggia ascolti la musica del tuo passato, accendi un incenso, ti bevi un bicchiere di vino, guardi fuori e la mente ti riporta indietro nel tempo. Perché la pioggia mi ricorda il Friuli. Perché rivedo tanti sabati del mio passato, la musica ballata, la gente incontrata e persa di vista. Cos'é rimasto di tutto quello?"

Un post molto introspettivo dove l'autrice racconta diversi episodi senza un vero e proprio apparente filo conduttore. Che invece c'è e ha a che fare con il contrasto fra vita e morte. La vita di un nuovo figlio come il proseguire l'operato, dandogli nuova vita, di una vecchia insegnante. La morte è questa signora che sta morendo, è una madre mancata poco dopo al parto, è come poteva essere l'autrice se non fosse andato tutto bene. Ed anche se non è successo nulla, la sensazione di aver rischiato ed essere ancora al mondo, non si trasforma immediatamente in felicità di vivere. Scrive:

"Insomma, un po' era la sofferenza fisica perche' ad ogni modo non e' stata una passeggiata, un po' era che non e' come si vede nei film che ti salvi e poi assapori la vita in ogni suo istante e diventi immediatamente una persona molto migliore e tutti vivono felici e contenti. E' dura ed e' dura per tutti quelli coinvolti. Certe esperienze segnano. La tensione accumulata non ti abbandona da un secondo all'altro."

L'autrice, espatriata in Australia, fa un piccolo bilancio della sua esperienza all'estero che é stata difficile in passato, ma che ora prosegue più tranquilla. Che non vuol dire che la malinconia non faccia più parte della sua vita, ma è ora sicuramente bilanciata da momenti di benessere. Ai quali concorrono anche episodi come quello che ci racconta. Scrive:

"Le giornate di pioggia mi hanno sempre messo un po' di malinconia, come se quelle lacrime ne facessero riaffiorare delle altre. Oggi è un giorno di quelli, dove la pioggia lava un po' di ferite, portando sicuramente un bellissimo sole qui a Melbourne. Il tempo cambia spesso, più dell'umore di una donna."

L'autrice, ormai giunta al termine della sua esperienza expat in Australia, viene invitata ad uscire da alcune mamme che hanno organizzato una serata per salutarla. E lei si trova sorpresa perché forse non sentiva di contare poi così tanto per loro e c'è forse un po' di malinconia per non averlo saputo cogliere prima o viverselo meglio, probabilmente a causa della lingua. Scrive:

"E allora pensa quanto sarebbe stato tutto più facile se solo avessero parlato la stessa lingua. Magari quella confidenza di cui sente tanto la mancanza sarebbe potuta nascere e maturare in questi due anni, magari quelle volte in cui ha avuto l'impressione che gli altri non fossero interessati a lei era solo perché trovavano difficile sostenere una conversazione che andasse oltre le banalità."

L'autrice ci racconta la sua esperienza expat che l'ha portata in Gran Bretagna, dove ha scelto poi di vivere in un paese di 200 anime per amore. Ci fa un bilancio ironico e profondo insieme per arrivare al dubbio che coglie tante delle persone che vivono all'estero. Scrive:

" Dov'è la mia casa? mi vien fatto di chiedermi allora come il vecchietto nel film Amarcord di Fellini. Mi sento anch'io immersa nella nebbia, in una foschia emozionale che confonde il mio senso di appartenenza. Dov'è la mia casa, in Gran Bretagna dove vivo o in Italia dove sono nata e cresciuta? Finirà mai questo zigzagare fisico ed emotivo tra una sponda e l'altra del mare? O forse questo sentimento che provo si riconduce in realtà ad un cerchio, metafora di un viaggio che mi riporta perennemente a ripartire e a ricominciare?"

L'autrice ci parla di una trilogia di film a cui è molto affezionata e che narra della vita di un lui americano e una lei francese che si incontrano in Erasmus giovanissimi, che si rincontrano poi 9 anni dopo decidendo che sì il loro destino è di continuare insieme e si ritrovano poi con figli a riflettere su cosa ne é stato dei loro sogni. L'autrice, che sente di aver vissuto una vita parallela a questa trama, non può fare a meno di riflettere su quanto l'appartenere a paesi diversi ed il dover uno dei due rinunciare per forza alla propria vita, possano pesare sul suo personale destino come su quello di tutte le altre coppie di nazionalità diversa. Scrive:

"Sono ancora la cosa migliore che ti sia capitata?
Mi faresti ancora scendere dal treno e passeresti ancora la notte a parlare di tutto e di niente con me?
Mi diresti ancora che niente altro conta finché stiamo insieme?"

Un post che è una bellissima dichiarazione d'amore dell'autrice per suo marito. Insieme, pur avendo lì tanto, sono scappati dall'Italia per sfuggire alle ingiustizie ed inseguire un sogno. Per sentirsi liberi e felici. Stanno facendo tanti sacrifici per farcela, ma l'Italia non li vuole mollare. E l'autrice non può fare a meno di preoccuparsi per l'uomo che ama e che vede lavorare ed impegnarsi al massimo delle sue possibilità e forse anche oltre. E non può fare a meno di dirgli quanto si senta orgogliosa di lui e quanto sia sempre di più accanto a lui. Scrive:

"Cerco di spezzare la tensione dopo l'ennesima brutta notizia, Italiana, manco a dirlo.
Cerco di coccolarti perche' so di essere la tua famiglia, quella che fa il tifo e c'è, anche se sono una sola.
Un po' mamma ti preparo le medicine quando stai male, un po' amante e lo sai, tanto, tanto, moglie perche' voglio stare con te sempre e poi bambina e sei tu a farmi da papa'."

Un post che si riallaccia un po' al titolo del primo articolo che vi ho segnalato. L'autrice, psicologa, parla di felicità e ci spiega come, per provarla davvero, è necessario prima provare sulla propria pelle la tristezza. Solo chi ha conosciuto e affrontato le difficoltà potrà poi godersi la felicità davvero. Scrive:

"Per imparare ad essere felici, bisogna conoscere ciò che sta al suo opposto. La difficoltà, la fatica, la frustrazione, la tristezza. In tutto ciò, quando è necessario, bisogna tuffarcisi a piombo per poi avere la spinta propulsiva per risalire."

Per oggi ho finito, buona lettura! Questa settimana ci sarà un altro appuntamento con la rubrica Blog Italiani nel Mondo perché riprenderanno le mie "Micro interviste". A presto quindi!

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