Magazine Italiani nel Mondo

Top post dal mondo expat #22.2.16

Creato il 29 febbraio 2016 da Mamma In Oriente

Eccoci al consueto appuntamento del lunedì con il meglio della scorsa settimana dai Blog Italiani nel mondo, come sempre in ordine di uscita:

L'autrice ci racconta che lontano dalla sua Roma per 19 mesi è stata bene e non le è mancata, ma ora che ha i biglietti aerei in mano, tutto è cambiato e la sua città natale le sta facendo ricordare tutto ciò che ha di bello e significativo per lei. Scrive:

"Non l'ho pensata in questi mesi, non nel giusto modo, non ne ho avuto nostalgia.
Lasciandomela alle spalle mi sono sentita finalmente salva.
Ma con il biglietto in mano le cose sono cambiate, il ricordo è entrato nelle vene facendosi spazio, strattonando.
Fantastico, sogno, la penso."

L'autrice si rivolge ai propri famigliari elencando tutti i momenti in cui dimostra il suo affetto e quanto loro gli manchino apertamente, ma anche quelli in cui non lo dice, ma certo che lo pensa. Per rassicurarli ed aiutarli a capire. Perché è consapevole anche di quanto lei manchi loro ed è fiera di come stanno affrontando il suo espatrio. Scrive:

"Quando ci salutiamo in aeroporto e il mondo si ferma e noi rimaniamo col groppo in gola ma col sorriso sulle labbra.
Quando invece non ci sentiamo per giorni perché il mio spirito libero ha deciso di portarmi un weekend da un'altra parte."

L'autrice riflette sul passato che l'ha vista approdare in America per una nuova vita, lasciando la vecchia. Su quanto sia stato difficile, nonostante la loro fosse una bellissima meta. Perché certe sensazioni non cambiano qualunque sia la patria di adozione. Scrive:

"Quando lasci il tuo Paese - quel Paese che odi e ami allo stesso tempo, che ti ha vista nascere e crescere e che ha fatto da sfondo a tutta la tua vita - fatichi a non essere triste. Perché dietro ad una nuova avventura che sta per cominciare altrove, c'è anche la netta sensazione che qualcosa stia finendo per sempre... e che, scegliendo di partire, tu ti stia lasciando alle spalle qualcosa, qualcosa di molto importante, qualcosa che fino a quel momento è stato tutto per te: la tua vita... i tuoi amici... il tuo lavoro..."

L'autrice ci racconta di una lezione di yoga e dei ricordi speciali a cui si è caparbiamente imposta di pensare. E di come, finita la lezione, finiscano anche i pensieri belli e tornino invece quelli brutti che di notte non la fanno dormire. Scrive:

"Posso dunque arrotolare il tappetino, piegare la coperta, raccogliere il cuscino e tornare a smarrirmi tra la lista della spesa e quella dei rimpianti già mentre cammino verso casa. E la notte, mentre mi giro e rigiro nel letto, posso riprendere con la nenia infinita di autoaccuse e la costante presa d'atto dei miei fallimenti, solo che in sottofondo c'è lo strambo cd scelto dalla maestra di yoga, stranamente in spagnolo."

Un bel post che ci parla di un ritorno in Italia voluto pur avendo trovato il lavoro dei propri sogni in Scozia. Perché a volte si capisce che la carriera non è tutto e che vivere lontani dalla propria casa e dalla propria famiglia può essere troppo pesante da sostenere. Scrive:

"Volevo capire il perché di quel malessere. Volevo guarire... Ho cominciato a scavare dentro di me. Ho pensato alla mia vita. A quello che volevo fare. Ai miei genitori. E poi sono andata oltre... Ho pensato ai miei luoghi, a dov'ero nata, a tutto ciò che mi mancava per essere serena.
Da una parte il lavoro, la carriera, dall'altra parte "casa".
Quella notte ho camminato tanto. E ho capito."

L'autrice ci spiega quanto espatrio l'abbia cambiata. Lei che da bambina ed adolescente ha sempre cercato di seguire le orme del fratello maggiore o delle amiche per sentirsi più tranquilla, ora ha raggiunto la libertà e la sicurezza di poter decidere quel che è meglio per sé stessa. Scrive:

"L'espatrio mi ha insegnato a pensare a me stessa prima che agli altri. Mi ha insegnato a stare bene con me stessa, che è il requisito per stare bene con gli altri. L'espatrio mi ha insegnato che non ho bisogno del sostegno nè dell'approvazione di nessuno, perchè in questa vita sono solo io a sapere quello che è giusto per me."

La figlia dell'autrice vuole festeggiare i suoi primi giorni di scuola con un lavoretto e così pensano di colorare cento chicco di riso che rappresentano i giorni felici quanto quelli tristi a seconda del colore. E a guardarli poi cento chicchi non sono spazialmente niente, ma quanto c'è invece in quei cento giorni da ricordare. Ed è bello fermarsi a riflettere su questo. Scrive:

"E poi però penso che contandoli, i giorni, anche all'indietro, i giorni della tua vita che puoi mettere in una manciata di chicchi di riso che tutti insieme non riempiranno nemmeno una ciotolina, ci trovi delle emozioni che ti eri dimenticata, delle sensazioni, delle immagini, delle idee, degli amici, degli amori, insomma un mucchio di cose tue che fanno sì che quei giorni contino, uno alla volta, uno dietro l'altro. A centinaia.

L'autrice sta per ritornare in Italia per le vacanze da Sydney, sua città di adozione e si sente pervasa da tanti pensieri. Perché tornare, oltre che bellissimo, è sempre anche molto faticoso. Perché si tocca di nuovo con mano ciò che non ci piaceva dell'Italia, ma si beneficia anche di tutto ciò che invece ci piaceva e che, dopo esserne stati lontani, si apprezza ancora di più. E perché l'espatrio ti cambia e non è facile tornare a rapportarsi con chi è rimasto. Scrive:

"Eppure tornare indietro ha un sapore diverso, perché tu sei diversa.
Ti rimetti in contatto con persone, con situazioni che, mentre tu ribaltavi il tuo mondo come un calzino, sono rimaste del tutto immutate.
Nel bene e nel male."

Per oggi ho finito, buona lettura!

Immagine presa da qui


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