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Top post dal mondo expat #25.1.16

Creato il 03 febbraio 2016 da Mamma In Oriente
Top post dal mondo expat  #25.1.16

In ritardo di due giorni, ecco la mia consueta selezione con i post più belli della scorsa settimana dai Blog Italiani nel Mondo. Una raccolta, a mio avviso, particolarmente bella! Ecco tutti i post come sempre in ordine di uscita:

Un post molto intenso e triste nato dalla perdita della sciarpa del papà dell'autrice mancato tanti anni prima. Un oggetto che aveva ovviamente un grande valore affettivo e che ne aveva forse acquisito sempre di più con lo scorrere degli anni. Scrive:

"Quando non eravamo ancora abituati a camminare con una fotocamera sempre in tasca, i ricordi li facevano gli oggetti e qualche foto sviluppata non sempre a fuoco.
Così quella era la sciarpa delle ultime passeggiate invernali al lago, dell'appuntamento in stazione al mio rientro da Pavia, dell'allegro stile paterno.
La berretta blu coordinata è rimasta a mia sorella e così ci siamo divise la tua assenza."

Un post molto bello dove l'autore annuncia che ha deciso di lasciare Londra per tornare, forse momentaneamente, in Italia. Non era così che aveva pensato sarebbe finita, ma ora lo sente inevitabile. Sente che la "relazione" con Londra è giunta al termine per quanto bella ed importante sia stata. Scrive:

"Questo ballo è finito prima che la canzone terminasse, ma va bene così, non c'è nulla di male, tutte le canzoni terminano ma ogni suonatore sa che anche l'inizio di una nuova canzone è importante, perché da quello si decide se si ha voglia di restare ad ascoltare fino all'ultima nota, perché alcune canzoni ti fanno ballare da subito, ma senza dimenticare le lacrime versate per la canzone precedente."

L'autrice ha avuto ospite per la prima volta sua madre in Australia e, ora che è ripartita, le spiega perché è stato così importante averla lì e aver potuto condividere finalmente un po' della sua nuova vita con lei. Così ora anche Sydney le parlerà un poco della sua famiglia. Scrive:

"Perche' decidendo di trasferirsi all'estero si accettano tutti i contro che tale scelta comporta: la distanza, la lontananza, la nostalgia, ecc. Si accetta tutto questo, ma non lo si supera mai. Possono passare gli anni, ma quella sensazione di isolamento e di lontananza dagli affetti e dalla "vita di prima", quella non va via mai. Ma ogni volta che un affetto ci fa visita, ogni volta che un pezzetto della vita di prima si incastra col la vita di dopo, si tesse un filo: a ogni visita i fili aumentano, fino ad avere (si spera), una bellissima coperta che abbraccia il prima e il dopo in una splendida rete di affetto."

L'autrice, sulla scia delle polemiche sui ristoranti aperti o meno ai bambini, ci racconta un episodio successo a lei ed a suo figlio qualche tempo prima. Per farci riflettere che non è sempre colpa dei genitori se i bimbi si comportano male, perché i bimbi non sono tutti uguali e che comunque, i bimbi stessi, possono a volte avere delle giornate storte. Scrive:

"Questo per dire che quando vedete l'ennesimo bambino ululante sull'autobus o il classico marmocchio gettato a terra tra gli scaffali del supermercato, che quando sentirete creature di eta' compresa tra gli 0 e i 9 anni ululare, piangere, strillare e lagnare in pubblico ecco, invece di guardare il genitore di turno come fosse un pirla incompetente e il figlio una bestia appena uscita dalla gabbia voi fateglielo, un sorriso. Perche' a voi non costa niente. E perche' magari la giornata di quella mamma e di quel bimbo e' stata lunga, lunghissima, e non e' ancora finita. E con il sorriso di un estraneo si va lontano, ci si ricarica la pazienza e ci si rabbocca l'autostima."

Un post molto interessante che invito a leggere a chiunque abbia figli. L'autrice ci parla di quanto la tecnologia sempre più accessibile ed evoluta ed il mondo dei social, stia cambiando la crescita di bambini ed adolescenti. Apportando certo tanti benefici e possibilità, ma anche facendoli spesso vivere in un mondo parallelo dove tutto pare possibile senza sacrifici e sudore. Dove gli sbagli non hanno conseguenze gravi, dove tutto si può "resettare" per ripartire da zero. E dove sempre di più pare che la tecnologia possa creare tutto. Scrive:

"Io voglio credere che i sogni dei nostri figli continueranno ad esistere, a nascere nella loro mente come un "colpo di genio", come un'idea brillante, come quel qualcosa che li fa svegliare presto al mattino ed andare a letto tardi la sera. Quel sogno che li spingera' a viaggiare, a non rassegnarsi, a cambiare se qualcosa, presto o tardi, non gli piacerà più."

L'autrice ha un piccolo incidente e, a caldo, questo episodio le fa sentire davvero, sulla pelle e forse per la prima volta in questa prima fase del suo espatrio, che non ha la famiglia vicina. È per fortuna però solo un momento che però le ha dato una nuova consapevolezza che non è tutto così bello e facile come le era sembrato fino a quel momento. Scrive:

"Anche la mancanza passa, annegata da tutto il bello che c'è qua, dalle nuove amicizie che sono già diventate insostituibili, e dalla sensazione di essere ancora più famiglia di prima, e si trasforma in qualcosa che non è nostalgia e non è tristezza ma è come quando hai un muscolo - il cuore - che a volte si fa più veloce, e ti dice che non sei sempre forte come credi, e come credono."

L'autrice parla alla figlia che porta finalmente nel ventre e ripercorre per lei tutto il dolore e l'amore che ha portato a lei e suo fratello. Loro, arrivati per strade diverse, ma con tanto in comune perché entrambe le strade sono state faticose ma dettate da un sogno e da un amore infinito. Scrive:

"Poi le cose sono cambiate. L'incertezza ha lasciato spazio al desiderio, la cui forza non va mai sottovalutata. Ho scoperto che se in un determinato posto non c'è vita, è possibile spostarsi per trovarla ed abbiamo cominciato a camminare, per poi correre, senza fermarci mai e senza spostarci dal punto di partenza. Sono viaggi bellissimi quelli che si fanno col cuore."

Per oggi ho finito, buona lettura!

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