GUGLIELMO NIGRO
LoSpazioBianco
Manuele Fior è semplicemente l’autore italiano con più talento della nuova generazione. Non è un fatto tecnico, non la bellezza del tratto, non la sua cultura visiva, non la sensibilità con cui raccoglie la vita e la rappresenta, … ma tutte queste cose insieme, e l’equilibrio che ne scaturisce. Una sintesi sorprendente, che nel suo ultimo lavoro lascia senza fiato. In attesa di scoprire dove si sposterà la prossima volta.
2) Canemucco di Makkox (Coniglio editore)
Makkox sta trovando diversi modi per farsi conoscere, complice fondamentale la rete. Per lui, per il suo talento, internet è un volano fondamentale. Ma è con il progetto Canemucco che trova lo spazio e il fiato che merita. Peccato solo aver perso l’edicola così presto. D’altra parte, l’unica cosa che conta è poterlo vedere al lavoro, improvvisare come lui solo sa sul tavolo da disegno.
3) La porta di Sion di Walter Chendi (BD edizioni)
Parlare ancora oggi di olocausto, delle sue derive, delle sue conseguenze, delle sue premesse, al di là di un’importante funzione sociale e storica, sembra sempre più difficile e vuoto. Un rito vuoto. Non per Walter Chendi, che attraverso una metafora riuscitissima, in La porta di Sion, ci ricorda il senso di isolamento e la paura, quella profonda e immobilizzante, che prelude a qualunque massacro. Siamo circondati da migliaia di segnali premonitori deboli, di una società alla deriva. Walter Chendi ci ricorda di tenere alta la guardia, e di non perdere di vista la vita.
4) Gaza 1956 di Joe Sacco (Mondadori)
Se è giornalismo, assomiglia più a un’autobiografia. Se è un’autobiografia, assomiglia al miglior giornalismo che abbia mai letto. Il capolavoro di Sacco è la quint’essenza del potenziale del fumetto. Un fumetto per non appassionati di fumetti. Un’opera così importante da non trovare collocazione e connotazione propria nel mondo autoreferenziale del fumetto. Da annegarci.
Per spiegare cosa sia la sintesi (artistica, visiva, di mezzi, narrativa, …) in un fumetto, prendi Baru e lo leggi. Lo finisci e lo rileggi. In queste tavole c’è il pieno valore dell’essenzialità artistica dei fumetti. Meglio di migliaia e migliaia di parole, meglio di metri e metri di pellicola.
6) Quaderni ucraini di Igort (Mondadori)
Igort per anni non aveva una voce autentica. Aveva tante idee e una perizia grafica senza pari. Ma non una voce. Mancava l’aria dei polmoni a spingere la vita nei suoi lavori. Finché non iniziò a girare per l’Ucraina, a conoscere persone, pezzi di vita, scorie di storia… Una nuova urgenza narrativa è nata. Quaderni Ucraini lo racconta a tutti noi. Un vero talento è (ri)nato?
7) Scott Pilgrim di Bryan Lee O’Malley (Rizzoli Lizard)
Il fumetto popolare perfetto. Manga, comics, videogiochi, sensualità, comicità… Scott Pilgrim è il fumetto post-moderno di oggi. Non è figlio e non è padre. Solo fiction. Come la vita.
8) Weathercraft di Jim Woodring (Coconino Press-Fandango)
Se fossi un fumettista, non vorrei essere Woodring. Le sue visioni lisergiche mi terrorizzano. Perché svelano un orizzonte umano sconvolgente che cova nel buio del nostro inconscio. Per cui, sì grazie, Jim per la tua ricerca, ma no grazie, osservo da lontano, cercando di non sporcarmi troppo.
9) Unknown soldier 1 – La casa infestata di Joshua Dysart, Alberto Ponticelli (Planeta De Agostini)
Alberto Ponticelli è un disegnatore di talento che troppo spesso ha lavorato in contesti non all’altezza. Unknown Soldier è il lavoro mainstream perfetto per lui, intelligente e curato, con il giusto equilibrio di avventura, realismo, horror e sana indignazione sociale. Peccato solo non sia durato a lungo.
10) Love and rockets #18: Luba in America di Gilbert Hernandez (Magic Press)
La saga di Luba non ha fine. Hernandez è la coscienza di un popola che è l’inconscio di un continente che è il tumore di un pianeta. Ogni uscita di Love and Rockets è da celebrare. Evviva.
MENZIONE STORICA
L’edizione italiana impossibile riesce a Black Velvet. Un pezzo di storia del fumetto mondiale finalmente disponibile in lingua italiana. Un evento senza pari.
2) Playboy’s little Annie Fanny n.1 1962–1970 di Harvey Kurtzman e Will Elder (Magic press)
Se Kurtzman fosse stato un autore italiano sarebbe lì con Pazienza e … pazienza.
Ma, in fondo, per noi che osserviamo la cultura statunitense da una lontana vicinanza, possiamo solo sospettare l’impatto culturale che i lavori di Kurtzman hanno avuto e hanno tuttora. E Little Annie Fanny è semplicemente orgasmo popolare.
3) Stray toasters di Bill Sienkiewicz (BD Edizioni)
La fine di un epoca, l’inizio di un declino. Stray Toasters è come una certa deriva mainstream ha trovato voce artistica. Sienkiewicz prima di impazzire, mentre impazziva, era tutt’uno con la materia visiva dei suoi fumetti. Stray Toasters è un punto di non ritorno. Esemplare.