Top10 sigle cartoni
Creato il 18 agosto 2013 da Valentinaariete
@valentinaariete
Da “Jeeg Robot d'acciaio” a “Sailor Moon”, la top10 delle sigle dei cartoni che hanno segnato l'infanzia di almeno tre generazioni di Italiani
Dopo la top10 delle migliori sigle delle serie tv, non potevamo non rendere omaggio alle sigle dei cartoni animati: che siano l'apertura di anime giapponesi o di prodotti americani, tutte hanno in comune il potere di aver profondamente segnato l'infanzia di almeno tre generazioni di Italiani.
Arrivati in massa dal sol levante negli anni '70, gli anime giapponesi si sono impressi indelebilmente nelle menti dei bambini dell'epoca e da allora non hanno mai smesso di rappresentare un appuntamento fisso delle mattine e dei pomeriggi dei piccoli (e non solo). Robot giganti, cavalieri dalle sfavillanti armature, guerriere vestite alla marinara, divinità dell'Olimpo e diavoli: dal Giappone con furore sono arrivate storie incredibili e fantastiche. L'America invece ci ha portato i cartoni sui supereroi e alcune delle opere più dissacranti della tv, come "I Simpson", "South Park" e "I Griffin".
Trasmessi a livello nazionale all'interno di programmi per bambini come "Bim Bum Bam" - spettacolo da cui sono passati alcuni dei conduttori più affermati di oggi come Paolo Bonolis e Licia Colò - e, a livello regionale, da reti televisive che sono diventate sinonimo dell'infanzia - come Super3 a Roma e dintorni -, i cartoni animati si sono sempre distinti per le loro sigle: rigorosamente riadattate in italiano, le sigle, insieme alle canzoni dei film Disney, sono state senza dubbio il primo approccio alla musica dei bambini nati negli ultimi 40 anni.
Quando parliamo di sigle tv di cartoni in Italia, ci sono due nomi fondamentali che vengono in mente: I Cavalieri del Re e Cristina D'Avena, intera famiglia votata alle sigle i primi, storica interprete della maggior parte delle sigle dei cartoni animati dagli anni '80 in poi la seconda. A dimostrazione che quello che ci ha colpito da piccoli continua a far parte di noi da adulti, i concerti di Cristina D'Avena in giro per l'Italia sono ancora molto seguiti: migliaia di adulti si commuovono senza vergogna cantando "Ti voglio bene Denver" e "I Puffi".
Vediamo quindi quali sono le sigle dei cartoni animati che hanno maggiormente segnato l'infanzia degli italiani negli ultimi 40 anni.
10 I CAVALIERI DELLO ZODIACO (1986) - HOLLY E BENJI (1982)
Siccome sono rimasti fuori dalla top10 gioielli come "L'Uomo Tigre" e "Pollon", non potevamo non inserire tutti i titoli in classifica, quindi alla decima posizione abbiamo una parità. Si tratta di due veri e propri pilastri dell'infanzia dei trentenni di oggi, ovvero i magici Cavalieri dello Zodiaco, tratti dal manga "Saint Seya" di Masami Kurumada, che, con le loro armature ispirate alle costellazioni, hanno creato alcuni dei più convinti cosplayer che, non potendo ottenere i poteri di Pegasus e Sirio Il Dragone, hanno pensato bene di costruirsi almeno i costumi, e i calciatori Holly e Benji, tratti dal manga "Captain Tsubasa" di Yoichi Takahashi, che, con i loro calci volanti e il campo infinito, hanno portato migliaia di bambini nelle scuole calcio. Storica la sigla dei Cavalieri cantata da Massimo Dorati e quella di "Holly e Benji" nella versione di Cristina D'Avena.
9 LADY OSCAR (1982)
Tratto dal manga d Ryoko Ikeda "Le rose di Versailles", "Lady Oscar" è stato per molti bambini il primo assaggio dei tormenti che la vita può offrire: Oscar, costretta a vivere come un uomo dal padre che voleva un figlio maschio, lotta ogni giorno con la sua identità e finisce per innamorarsi di un uomo che non ricambia il suo amore, ignorando il sentimento del fedele amico André. La travagliata storia d'amore tra Oscar André - futuro ideale maschile di migliaia di ragazze, altro che quel damerino del Conte Fersen - ha appassionato e turbato generazioni di ragazzini, annientandoli psicologicamente con il tragico finale. Un prodotto forse adatto a un pubblico più adulto anche nelle atmosfere, essendo ambientato nella Parigi della Rivoluzione francese. Della sigla di "Lady Oscar" esistono due versioni entrambe molto amate: quella di I Cavalieri del Re e quella di Cristina D'Avena.
8 DEVILMAN (1972)
Con la sua intro rock, "Devilman", tratto dal manga di Go Nagai, ha una delle sigle più amate dai fruitori di anime e cartoni: d'altra parte il demone Devilman, che si è impossessato del corpo del giovane Akira per distruggere la Terra, non poteva non avere una presentazione degna della sua potenza, cantata ancora una volta da I Cavalieri del Re.
7 SAILOR MOON (1992)
Sailor Moon, la bella guerriera che veste alla marinara, nata dalla matita di Naoko Takeuchi, ha segnato l'infanzia di quasi tutte le bambine degli anni '90: le protagoniste del cartone, liceali che scoprono di avere dei poteri derivanti dai vari pianeti del Sistema Solare, sono da un lato carine e spensierate e dall'altro delle guerriere combattive. Un mix rivoluzionario: per la prima volta sono delle ragazze a combattere e a sconfiggere demoni e mostri. "Sailor Moon" è diventata presto una vera e propria maestra di vita, insegnando alle bambine (e non solo) il valore dell'amicizia e della forza di volontà e ha creato un altro ideale maschile irraggiungibile: Milord. Il cartone, composto da cinque stagioni, ha una sigla diversa per ogni serie, tutte cantate da Cristina D'Avena, ma come la prima nessuna mai.
6 BATMAN (1992)
Cupa e drammatica, la sigla di "Batman" versione cartoon è incalzante e piena di ritmo, rendendo giustizia all'epicità dell'uomo pipistrello. Ai microfoni c'è ancora una volta Cristina D'Avena.
5 OCCHI DI GATTO (1983)
Le tre sorelle ladre, nate dalla matita di Tsukasa Hojo, che si fanno chiamare "occhi di gatto", sono tra le eroine più sexy dei fumetti: con le loro tutine aderenti hanno sconvolto i bambini degli anni '80 proprio come aveva fatto pochi anni prima Lamù col suo costume tigrato. Proprietarie del bar Cat's Eye, che fa loro da copertura, e ladre esclusivamente della perduta collezione d'arte appartenuta al padre scomparso, le tre sorelle sono introdotte da una delle sigle più accattivanti mai trasmesse in Italia. Cantata da Cristina D'Avena, la sigla di "Occhi di gatto" sembra una hit estiva che ha fatto ballare migliaia di bambini.
4 KEN IL GUERRIERO (1984)
La sigla di "Ken il guerriero" non è epica: di più. Il guerriero Ken, 64esimo successore della Divina Scuola Hokuto, nato dalla mente e dalle matite di Buronson e Tetsuo Hara, è forse l'eroe più granitico e violento nel panorama animato giapponese. I suoi colpi micidiali e il personale codice d'onore con cui riesce a sopravvivere in un mondo post-apocalittico sono diventati vangelo per un'intera generazione. La sigla, solenne e incalzante, è scritta e interpretata da Claudio Maioli, pianista di Lucio Battisti e compositore.
3 LUPIN III (1969)
Cantata da Enzo Draghi, la sigla di "Lupin III" è una vera e propria istituzione: anche i non appassionati di cartoni animati conoscono a memoria l'irresistibile ritornello "Lupin, l'incorreggibile Lupin". Allegra e trascinante, la sigla rispecchia alla perfezione il carattere del suo protagonista, il ladro gentiluomo e sbruffone Lupin III, nato dalla matita di Monkey Punch.
2 JEEG ROBOT D'ACCIAIO (1975)
"Jeeg Robot d'acciaio", cartone realizzato dalla Toei Animation su soggetto di Go Nagai, è storia dell'animazione giapponese. Arrivato per la prima volta in Italia nel 1979, Jeeg Robot è, insieme a "Mazinga" e "UFO Robot Goldrake", sul podio degli anime con protagonisti robottoni giganti. Rispetto agli altri però può vantare una sigla spettacolare: cantata da Roberto Fogu, in arte Fogus, sulla base originale di Michiaki Watanabe, questa sigla sembra una hit estiva fatta per scatenarsi e ballare. Per anni è girata la voce che il cantante della sigla fosse un giovane e, allora sconosciuto, Piero Pelù, che ha però sempre smentito e nel 2008 ha ceduto al tormentone registrando la sua versione della canzone.
1 I SIMPSON (1989)
La sigla di "I Simpson" non è una sigla come le altre: è un camaleonte in continua trasformazione. Accompagnata dall'inconfondibile e iconico tema di Danny Elfman, la sigla cambia ad ogni episodio: la scritta di Bart sulla lavagna è sempre diversa, così come il motivo suonato al sax da Lisa e la scena finale in cui la famiglia Simpson si ritrova riunita davanti alla tv, in modi ogni volta sempre più fantasiosi e assurdi. Un piccolo capolavoro creato da Matt Groening e soci.
Pubblicato su TvZap.
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