Topolino mio caro, è il tuo papà che ti scrive, il tuo papà che ti ha voluto tanto bene anche se qualche volta è stato severo. Non mi vedrai più Mary ma non dimenticarmi. Ricordami spesso e con orgoglio. E’ la politica che mi uccide, ma tuo papà non è stato ladro né assassino. Vogli bene alla mamma, te lo raccomando. Studia e fatti onore. I miei compagni non ti abbandoneranno. Io ti benedico, Mary. Bacia la mia foto e prega per me. Ogni sera prima del sonno mandami un bacio. Il tuo papà non piange, non piangere neanche tu. Ama la mamma e la tua casa. Conforta il dolore della mamma e baciala tanto per me. Ti abbraccio forte e ti bacio tuo papà. (Arturo Gatto di 36 anni, impiegato, partigiano, fucilato a Bologna il 23 settembre 1943).
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L A M A D R E D E I B A N D I E R A
Ella s’avanza. Libero
Il luogo or via le date,
E in riverente ossequio
Il capo a lei chinate,
A lei, che in desolato abito bruno
Muta l’incerto passo:
Ma, se vi chiede alcuno
Chi sia costei dalla dolente cera,
Gli rispondete in tuon guardingo e basso:
La madre dei Bandiera.
Quanta di onor, di spasimi
Istoria in questo nome!
Ché se le incanutirono
Anzi l’età le chiome,
Se da tanti anni non fu mai veduto
Riso su quella bocca,
Se in mezzo il popol muto
Ella move così triste e severa,
E’ che dal cuore eterno duol trabocca
La madre dei Bandiera…
In cor di quella misera
Iddio tal forza mise,
Che la nuova terribile
Le giunse e non la uccise;
Bensì lo sposo suo giacque si morto,
Onde ultima rimasa
Senza a lato un conforto,
Come quercia schiomata alla bufera,
Portò tutto il dolor della sua casa
La madre dei Bandiera…
D’allora nel silenzio
De’ campi ella raccolta
Vive a una voce, che unica
Dal ciel suonarle ascolta.
E’ de’ martiri suoi la voce cara
Che parlando le viene
Del dì che si prepara,
E la conforta ripetendo: Spera.
Una sola speranza in vita tiene
La madre dei Bandiera…
-Jacopo Cabianca-
(Vicenza, 1809 – 1878)
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