” Vuol dire, non una dottrina che va infilata in un manuale per annoiare gli studenti, bensì un insieme di situazioni e problematiche difficili e inaspettate, in cui il nostro topo diventa più umano, si evolve attraverso i suoi disegnatori e comincia a porsi delle domande su quelle che sono le certezze abituali e si accorge che non teng
Mickey Mouse (Topolino per noi) ha vissuto le più bizzarre avventure e affrontato quesiti come la terribile libertà del “quarto potere”, gli ambigui prodigi della scienza asservita alla guerra, l’impossibilità della giustizia e la difficoltà di trattare con le culture “altre”, per non dire delle sfumate regioni del mito o dell’aldilà. Un Topo che, per spregiudicatezza nell’attraversare i confini delle discipline e mettere in discussione la costellazione dei pregiudizi stabiliti, non ha nulla da invidiare a Russell, Popper o Heidegger. Karl Raimund Popper, epistemologo, affermava ” È di estrema importanza sapere che naturalmente anche della libertà si può abusare, il problema centrale della vita sociale è quello di avere tanta libertà per ognuno, quanta incompatibile con la libertà degli altri. Questa è una formulazione Kantiana, che sostiene, che la vita sociale, dovrebbe essere strutturata in base al fine per cui, ognuno gode della massima libertà possibile, tenuto conto però dell’aspetto significativo della retrizione, cioè che la libertà di un individuo non deve però ostacolare o ridurre la libertà degli altri”.
La tesi di Popper è che la libertà di ognuno di noi si ferma laddove inizia la libertà di un altro e Popper, che amava farsi capire da tutti aggiungeva, per far meglio comprendere il concetto: “la libertà di movimento del mio pugno è limitata dalla posizione del naso del mio vicino”. E Topolino che è un libertario, altro che Topolino tutto legge e ordine, collaboratore della polizia. È invece, un ribelle, capace di battersi contro ogni forma di prevaricazione, anche se l’esito non è sempre la vittoria. “Nasce come una specie di piccolo teppista di campagna, si inurba, ha delle traversie tipiche della pesante crisi economica dell’America degli anni ’30, è insofferente ai formalismi delle burocrazie, dei comitati e talvolta della polizia ed è estrememente irriverente. Si fa nemico delle grandi personalità della città: racket, corruzione, magistartura, un ‘America corrotta che vìola uno dei grandi principi caro a Popper, quello della libertà di espressione e d
Quello che Walt Disney e i suoi collaboratori ci consegnano alla fine di ogni episodio è un Topo sempre più dubbioso sulla natura dell’universo e il complesso mondo di “uomini e topi”. Ma proprio per questo continua ad affascinare, perché la ricerca, come l’avventura, non ha fine. “Topolino, quando lo ritiene opportuno, non rispetta le regole, – prosegue l’autore – ma è disposto a pagare il fio, non scappa, si assume le sue responsabilità, difende le sue posizioni e talvolta è sconfitto, non vince sempre”.
È umano, se lo vogliamo umanizzare, e impara dai propri errori, altra lezione, cara a Popper. È un anarcoide di partenza che non accetta le situazioni a priori, a cui non piace il conformismo, difende animali e deboli, è coraggioso, diverso dal vero eversivo, Paperino, che è più umano, più vicino a noi, con le sue paure, con i suoi vizi , sfortunato, e con uno zio capitalista, Paperon de Paperoni che si tuffa nell’oro. ” Topolino ha questo aspetto che lo rende simpatico, non pretende mai di salvare il mondo né di redimere l’intera umanità, per primo salva se stesso, se ce la fa, poi i propri amici e in amicizia è profondissimo” .