di Francesco Gori
Topolino è il fumetto che ha segnato intere generazioni di bambini, con le sue incredibili storie e i suoi indimenticabili personaggi, che ancora oggi popolano la nostra mente di adulto. Leggere un Topolino adesso, nell’epoca di kindle e virtualità in ogni dove, significa catapultarsi indietro nel tempo, significa rivivere ricordi d’infanzia. Almeno per chi fanciullo non è più.
Una vecchia copia di Topolino – forum.tntvillage.scambioetico.org
Nato dalla fantasia di Walt Disney nel 1928, il topo più famoso del mondo è un cartone animato protagonista al cinema e in tv nel passato e nel presente, ma qui vogliamo focalizzarci sul Topolino fumetto nella versione italiana, quello al quale un tempo era obbligo per l’adolescente essere abbonato, quello che coi suoi numeri settimanali arricchiva le mensole della cameretta. Di una collezione magari già numerosa per i giornaletti lasciati da chi venuto prima di noi.
Mickey Mouse appare in Italia per la prima volta nel 1930, e due anni più tardi si fa giornale. Diventerà libretto nel 1949, per deliziare la platea di ragazzi - e non solo – fino ad oggi. Il magazine a fumetti più famoso al mondo resiste ancora, tanto che il 29 dicembre sarà l’80° anniversario dalla nascita. Una longevità frutto anche della scelta di assecondare la tecnologia: disponibile al solito in formato cartaceo, è adesso anche in quello digitale, con storie interattive da sfogliare su iPad e iPhone.
Con le sue orecchie tonde, il caratteristico “fondale” nero, i pantaloncini rossi e le scarpone gialle nella versione originale – ma spesso trasformista -, ci ricordiamo di Topolino come di un personaggio dal carattere buono, allegro, intelligente, pronto a buttarsi in ogni avventura senza paura, alla caccia di malvagi con la sua aria da detective. Nella sua Topolinia è circondato dalla fidanzata Minni, dal migliore amico e compagno di imprese Pippo (simpatico e svampito come pochi), dal cane Pluto, dai nipoti Tip e Tap. La sua efficienza gli permette di combattere al meglio il nemico Gambadilegno, il “cattivo” di turno.
Al perfetto Topolino, personalmente ho sempre preferito lo sfortunato e scansafatiche Paperino: il papero vestito da marinaio, sempre pronto a fare una pennichella sulla sua amaca, ad evitare i lavori o a svolgerne di stranissimi. Il precario dei fumetti, insomma (oggi, potremmo dire di essere proprio in un’epoca di Paperini!). Memorabile il suo macinino, la 313 (foto a destra – chico-fumetti.blogspot.com), così come le lotte familiari con il cugino fortunato Gastone per la fidanzata Paperina, con i nipotini Qui, Quo e Qua che lo fanno arrabbiare, col taccagno Zio Paperone per via dei debiti. Giusto, Zio Paperone! E chi mai può scordarsi del vecchio papero che si è fatto nel Klondike e dei suoi tuffi d’avarizia nel mare di monete del Deposito? O della rivalità con Rockerduck, spesso costretto a mangiarsi la bombetta dopo una sconfitta?Da sempre, sono Topolino e Paperino i due protagonisti principi del giornalino: possiamo dire che il topo è il fondatore, colui che detiene il nome del fumetto stesso, il precursore della banda Disney. Ma Paperino (nato dopo, nel 1934), beh, Paolino Paperino fa sorridere sempre, la sua imperfezione lo rende unico, la sua pigrizia solletica la nostra parte svogliata che in un’amaca vorrebbe poltrire. Non si può che tifare per lui, l’anti-eroe per eccellenza, lo sfigato al quale vanno tutte storte.
Numerosi i personaggi a fare da cornice al duo: il maldestro Paperoga, l’inventore Archimede, Eta Beta e il suo gonnellino dal quale spunta di tutto, la Banda Bassotti, Nonna Papera con le sue torte, e tanti tanti altri. E poi Paperinik, il Paperino in versione super-eroe, l’opposto del Donald Duck denigrato, pronto a salvare Paperopoli in ogni situazione.
Snort, sob, grrr, zzz, pfui, gulp, slurp: ogni suono onomatopeico rende peculiare la categoria “fumetto”, ancor più quello di Topolino, esemplare straordinario nel quale se ne fa largo uso.