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Torino Film Festival ’13: LE DÉMANTÈLEMENT apre il concorso senza entusiasmare

Creato il 23 novembre 2013 da Luigilocatelli

Le Démantèlement (Lo smantellamento), di Sébastien Pilote. Con Gabriel Arcand, Gilles Renaud, Lucie Laurier, Sophie Desmarais. Canada.Le Démantelement
Un vecchio farmer del Québec decide di vendere tutto – fattoria, casa, animali – per aiutare una delle due figlie. Ritratto di una famiglia disgregata dove a prevalere sono gli interessi. Con fin troppo smaccati riferimenti a Re Lear e derive sentimentali. Voto 5 e mezzoLe Démantelement
Se il festival di Venezia ultimo scorso ci mandava in una fattoria del Québec con Tom à la ferme di Xavier Dolan, Torino fa altrettanto con questo Le Dèmantèlement, Lo smantellamento. Titolo che già evoca una fine, una chiusura, un taglio con il passato, il tramonto di un mondo. Che è quanto raffigura questo film parlato nella dura, ostica lingua francese québecoise. Un vecchio (ma a 63 anni lo si può trattare da decrepito, da abitante dell’anticamera della morte, come fa questo film?) separato da vent’anni dalla moglie, e con due figlie grandi e lontane. Tutta la sua vita l’ha dedicata alla ferme, la sua fattoria con allevamento di pecore, fattoria che però ha anche allontanato da lui tuti quelli che gli stavno vicini,prima i due fratelli, poi la moglie scappata verso gli agi di Montréal, loi le due rampolle. Ora Gaby è solo e continua a farsi succhiare le energie da quela ferme. Finché la maggiore Marie bussa alla porta, chiede soldi, molti soldi, perché si sta separando dal marito e lei deve riscattare parte della casa. Il vecchio genitore, seguendo l’esempio di un vicino, decide di vendere tutto, casa e fattoria e animali, di ritirarsi in un tristissimo appartamento e di dare il ricavato, tutto quello che si puòmonetizzare di una vita, alla figlia. Il ritratto di cosa sian oggi le famiglie, disciolte, disgregate, lontane, smembrate, tenute assieme da fili troppo esili e perlopiù dall’interesse, è a momenti notevole, desolato, allarmante. Solo che il regista Sebastien Pilote non ha il coraggio della dureza estrema e cade nel vizio e nel vezzo di insistere troppo con i parallelismi con il Re Lear shakespaeariano. La seconda figlia Frédérique, attrice, la vediamo prima studiare e poi recitare sul palcinscenico la parte di Cordelia, e francamente non c’era bisogno di spighe così esplicite. L’altro limite è l’incapacità di blccare ecrte derrive verso il sentimentale e la lacrima facile e pure ricatatoria. Si vedono due vecchi piangere – il protagonista Gaby e il vicino – e francamnentre è un po’ troppo. Troppi anche i tramonti con pecore vaganti per le colline. Un flm che ariva a Torino in concorso dopo essere stato presentato lo scorso maggio a Cannes alla Semaine de la critique. Il protagonista Gabriel Arcand è il fratello minore di Denys, il regista di di Le invasioni barbariche e Il declino dell’impero americano.


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