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Torino: Il Giudice chiede all'interprete islamica di togliere il velo, ma lei preferisce lasciare l'aula

Da Avvdanielaconte

Torino: Il Giudice chiede all'interprete islamica di togliere il velo, ma lei preferisce lasciare l'aula

Il Tribunale penale di Torino

Tribunale penale di Torino, 14 ottobre 2011. Nell'aula 45 sta per celebrarsi l'udienza penale della prima sezione, presieduta dal Presidente Giuseppe Casalbore - che si occupa anche del  maxi processo " Eternit " -. 
Una delle cause che devono essere trattate riguarda un caso di estorsione tra due cittadini maghrebini. Vi è controversia riguardo una traduzione e il PM conferisce incarico ad un'interprete di arabo allo scopo di dirimere la controversia.
Si presenta Fatima M., di fede islamica, che da alcuni mesi ricopre l'incarico - precario - di fonica incaricata delle registrazioni per le udienze e, per arrotondare, fa qualche traduzione. Ha il capo coperto da un velo e il volto scoperto.
Il Giudice le chiede di scoprirsi il capo in quanto previsto dalla legge. Infatti, l'art. 129 cod. proc. civile stabilisce che "Chi interviene o assiste all'udienza non puo' portare armi o bastoni e deve stare a capo scoperto e in silenzio".  La norma del codice penale che prevedeva una regola analoga è stata, invece, abrogata.
L'interprete, tuttavia, preferisce rinunciare all'incarico e allontanarsi dall'aula, e si sfoga con i colleghi dicendo che "Per tutti gli altri giudici questo non è un problema". 
La questione, ovviamente, ha suscitato polemiche. Ultimamente si sono verificati altri casi, come quello della donna con il niqab (il velo integrale islamico) allontanata da un'aula del Tribunale di Mantova su richiesta di un avvocato leghista, che aveva invocato la legge antiterrorismo. In quest'ultimo caso, però, la donna indossava il velo integrale, che copre tutto il viso.
Alla luce di quest'ultimo episodio, il Presidente del Tribunale di Torino ha posto alla Corte di Cassazione un quesito, affinchè precisi "a quali regole debba attenersi il magistrato che dirige l'udienza, sia civile che penale, onde poter fornire ai giudici del Tribunale indicazioni per una condotta uniforme e rispettosa dei diritti individuali della persona".
Roma, 15 novembre 2011   Avv. Daniela Conte 
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