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Torino, l’Europa torna di casa

Creato il 05 agosto 2014 da Dani Ultimissimecalcio @UltimeCalcio

derbyCome vola il tempo, quando ci si diverte. Sono passati quasi 3 anni dall’esordio casalingo del Torino dell’allora neo-allenatore Giampiero Ventura tra le mura tutt’altro che amiche dello stadio Olimpico. L’11 agosto 2011 nasceva quella creatura che attraverso vittorie, sconfitte, acquisti in sordina e cessioni eclatanti (e talvolta dolorose) si prepara ora alla prima in casa sul palcoscenico più prestigioso: l’Europa. Al fischio d’inizio della sfida con gli svedesi del Brommapojkarna (una formalità, visto il 3-0 esterno maturato a Stoccolma) saranno passati 1093 giorni da quella partita contro il Lumezzane, quando il Torino era reduce da una delle sue annate più infauste (8° posto in Serie B, progetto assente, tifosi in contestazione).

In questi 1093 giorni ne sono cambiate di cose. A partire proprio dall’atmosfera che si respira in casa granata,di cui i 2500 tifosi presenti per il primo allenamento alla Sisport sono la più nitida cartolina. Impietoso il confronto: dai 9.000 spettatori per la già citata sfida con il Lumezzane ai 25000 tagliandi già strappati in vista del match contro il Bromma. Una società seria e con i conti in regola, frutti di acquisti oculati e cessioni eccellenti, senza tuttavia mai compomettere – fino ad ora -  il risultato sportivo, che anzi è sempre andato in crescendo: promozione, salvezza, Europa (con un pizzico di fortuna che dalle parti del Po granata non si vedeva da tempo).

Il merito di tutto questo va diviso tra Cairo, Petrachi e – soprattutto – Ventura. E’ grazie al loro impegno fruttuoso e costante che per la prima volta dal 2 marzo 1994 (Torino-Arsenal 0-0) spira dalle parti della Torino torinista il vento dell’Europa che conta.
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Come vola il tempo, quando ci si diverte. Sono passati quasi 3 anni dall’esordio casalingo del Torino dell’allora neo-allenatore Giampiero Ventura tra le mura tutt’altro che amiche dello stadio Olimpico. L’11 agosto 2011 nasceva quella creatura che attraverso vittorie, sconfitte, acquisti in sordina e cessioni eclatanti (e talvolta dolorose) si prepara ora alla prima in casa sul palcoscenico più prestigioso: l’Europa. Al fischio d’inizio della sfida con gli svedesi del Brommapojkarna (una formalità, visto il 3-0 esterno maturato a Stoccolma) saranno passati 1093 giorni da quella partita contro il Lumezzane, quando il Torino era reduce da una delle sue annate più infauste (8° posto in Serie B, progetto assente, tifosi in contestazione).

In questi 1093 giorni ne sono cambiate di cose. A partire proprio dall’atmosfera che si respira in casa granata,di cui i 2500 tifosi presenti per il primo allenamento alla Sisport sono la più nitida cartolina. Impietoso il confronto: dai 9.000 spettatori per la già citata sfida con il Lumezzane ai 25000 tagliandi già strappati in vista del match contro il Bromma. Una società seria e con i conti in regola, frutti di acquisti oculati e cessioni eccellenti, senza tuttavia mai compomettere – fino ad ora -  il risultato sportivo, che anzi è sempre andato in crescendo: promozione, salvezza, Europa (con un pizzico di fortuna che dalle parti del Po granata non si vedeva da tempo).

Il merito di tutto questo va diviso tra Cairo, Petrachi e – soprattutto – Ventura. E’ grazie al loro impegno fruttuoso e costante che per la prima volta dal 2 marzo 1994 (Torino-Arsenal 0-0) spira dalle parti della Torino torinista il vento dell’Europa che conta.
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