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Torino Vs Atalanta: 2-1, ovvero dell’altalena delle emozioni.

Creato il 17 febbraio 2013 da Maurocanavese @Maurone
(Birsa ascolta l'esultanza della MARATONA dopo il suo gol)

(Birsa ascolta l’esultanza della MARATONA dopo il suo gol)

Spesso andare allo stadio a vedere il Toro, o seguirlo per radio o in tv, è un esercizio per mettere alla prova il proprio self-control. Quindi lasciate perdere se siete quel genere di persone che quando vanno in vacanza scelgono rigorosamente i giorni da bollino verde, o che a lavoro s’innervosiscono se un collega arriva in ritardo di un quarto d’ora.

Già. Perché normalmente le vittorie del Toro sono sudatissime anche in partite come oggi, dove i granata hanno dominato in lungo e largo, e i cui numeri dicono 18 tiri dei torinisti tra specchio della porta e fuori misura, contro le 2 degli orobici, e di un possesso palla al 60% per i padroni di casa contro il 40% degli ospiti. Eppure il fantasma del pareggio che si è affacciato dopo il rigore segnato da Denis al 75′ ha buttato la tifoseria nella depressione e nello spavento nonostante tutto quello che di buono era stato fatto dai granata in precedenza. Eppure dopo il bel gol di Cerci al 42′ di occasioni per chiudere la partita ce ne sono state in abbondanza, ma la mira di Barreto e Bianchi è stata fatalmente difettosa, mettendoci anche in conto almeno quattro buoni interventi di Consigli durante tutto il match; fortunatamente all’87′ Darmian si è camuffato da D’Ambrosio ed ha piazzato un cross che lo sloveno Birsa, a sua volta camuffato da capitan Bianchi, appena rientrato in panchina, ha girato in rete per il gol vittoria. Bravi ad entrambi perché si sono fatti trovare pronti nel momento decisivo, ed è questa una delle migliori notizie della giornata, insieme alla ennesima prestazione superba di Cerci che ha ispirato la manovra granata, ha saputo finalizzare ed attirare su di sé le attenzioni di mezza difesa avversaria facendo ammonire ben due giocatori di Colantuono limitandone le capacità di copertura; se Prandelli si è scomodato per venirlo a vedere una buona ragione c’è, quindi come non essere d’accordo con Beppe Dossena che a “90° minuto” ha detto: “Se a suo tempo anche Schelotto è stato convocato in nazionale, a maggior ragione ora dovrà essere convocato Cerci!”. Beppe son d’accordo con te!!

Mister Ventura ha presentato questo Torino con due grosse sorprese; la prima è la presenza di Vives nei panni di centrale al posto di Brighi, scelta azzeccata perché il numero 20 granata sta bene, sembra aver guadagnato in lucidità rispetto alle non troppe apparizioni del girone di andata, tanto da essere capace, di prima intenzione ed in velocità, a lanciare Cerci nell’azione del primo gol, alternandosi con un positivissimo Gazzi in fase di contenimento, sicuramente il Brighi visto ad Udine abbisognava di un avvicendamento, perciò sapere che i due dovranno sferragliare parecchio in settimana per contendersi una maglia non può che fare bene al collettivo. La seconda sorpresa è stato il ripescaggio di Stevanovic, al posto di Santana, dopo tempo immemore nell’undici iniziale, ovvero dal 28 ottobre, quando si giocò l’orrendo match casalingo contro il Parma, in seguito poi il serbo fece appena qualche minuto contro la Lazio, Fiorentina e Juve prima di cadere nell’oblio. Una assenza che il giovane giocatore ha dimostrato di meritare, mai entrando oggi in partita e guadagnandosi la sostituzione dopo un’ora di gioco per far spazio al match-winner Birsa. Buono e confortante anche il rientro di Ogbonna che ha giocato in sicurezza e precisione, anche perché l’Atalanta oggi ripartiva in attacco in modo troppo elaborato per poter far venire patemi d’animo alla difesa di casa, tanto che anche Masiello oggi non ha dovuto troppo faticare a presidiare la sua fascia, e Glik è sembrato molto più ordinato della settimana scorsa; ma tornando al vice-capitano, l’Angelo nazionale è stato positivo anche nel trovarsi presente nell’area avversaria, sopratutto al 72′ quando difendendo un pallone in area lo appoggiava per un Barreto che solo soletto lo scagliava sulla parte alta della traversa. A proposito; oggi abbiamo visto Barreto che come non mai ha provato a dannarsi nell’area avversaria, provando a dialogare di prima con i compagni e andando alla conclusione in più occasioni, ma sbagliando clamorosamente le proprie opportunità come durante lo scambio di prima con Bianchi che al quarto d’ora lo metteva a tu per tu con Consigli, ma l’ex attaccante dell’Udinese sparava direttamente in curva Primavera; meglio in campo il capitano che riusciva ad essere più efficace e più insidioso senza pur riuscire a timbrare il cartellino; l’avvicendamento con Meggiorini faceva alquanto mugugnare il pubblico (mentre la contemporanea sostituzione di Barreto con Jonathas era bagnata di fischi per il brasiliano uscente); fortunatamente nelle dichiarazioni post partita si è notata una certa distensione sulle vicende di rinnovo contrattuale e sul suo utilizzo odierno, gesti da professionista che spiegano perché è così amato da ampie schiere del popolo granata. Comunque grazie a questa vittoria il Toro ha riacciuffato in solitaria l’undicesimo posto con 10 punti di margine sul Pescara terz’ultimo, e la salvezza è un obbiettivo sempre più alla portata, basta poco, che ce vò?

Nell’Atalanta si può salvare poco invece, poca capacità di costruire gioco, nonostante s’intraveda una certa potenziale compattezza dell’organico, ma a parte alcune parate di Consigli, un gran lavorio di Carmona in mezzo al campo e una grinta, forse a volte fine a se stessa, di Denis, non si è visto null’altro di positivo. Colantuono è venuto a Torino per strappare un pareggio, che solo l’unica azione d’attacco atalantina che ha saputo perforare la difesa granata, sembrava riuscire a premiare questo obbiettivo, ma fortunatamente gli dei del pallone hanno deciso di premiare chi se lo meritava oggi e la formazione bergamasca torna a casa stasera con musi lunghi e non poche preoccupazioni per la seconda prestazione stentorea consecutiva dopo il pareggio casalingo con il Catania. Colantuono per primo deve da domani ritrovare la sua verve per saperla trasmettere ai suoi uomini, in caso contrario sarà una salvezza molto più sudata del pensabile per i nerazzurri.

Oggi è stata una giornata da Toro, al cardiopalma, con sofferenze ed esaltazioni che si davano amabilmente il cambio a vicenda, ma è il risultato finale a renderci felici, perciò, come sempre, FORZA VECCHIO CUORE GRANATA!!



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