(I giocatori granata lasciano il campo dopo la nottataccia di ieri…)
Se questo primo impegno della stagione ufficiale del Toro fosse l’incipit di di un libro allora saremmo davanti ad una novella di Edgar Allan Poe, il romanziere americano inventore di alcuni generi letterari come la narrativa del terrore; forti sono infatti le analogie tra i suoi personaggi surreali e le prove di ieri in campo di alcuni giocatori granata!!! A questo punto si spera che questa sconfitta diventi un evento catartico per la banda Ventura, brutalmente messa a confronto con la sensazione così estrema come l’essere eliminati dalla Coppa Italia da una squadra di serie B, tale da far desiderare, con nostro sommo sollievo, il ritorno a una capacità di gioco più adeguata.
Lasciando ora da parte il sarcasmo bisogna dire che la sconfitta di ieri è stata il frutto di diversi fattori: condizione atletica ancora parziale, prove individuali sottotono, schemi tecnici incompiuti, decisioni arbitrali discutibili. Ma dette queste cose le occasioni al Toro di fare sua la partita non sono mancate, sia nel primo tempo molto scialbo, sia dopo il secondo, decisivo, vantaggio abruzzese.
I nostri avversari sono stati protagonisti di una prova coraggiosa, votati ad un pressing di sacrificio e tanto mestiere sporco, tipico di una squadra di categoria inferiore che deve provare il colpaccio, ma poi niente di così trascendentale, a farsi notare sono state sopratutto le generosità di Nielsen, Brugman, Maniero e Bjarnason, mentre alcuni veterani come Capuano e Balzano dimostrano di essere ancora sottotono.
Il Toro è partito forte con delle buone aperture di Farnerud per D’Ambrosio ed anche Darmian a destra è sembrato capace di far male sulla fascia, Larrondo e Immobile duettavano bene di prima e Bellomo smistava diligentemente la palla per il campo, ma poi dopo una conclusione fuori di poco di Larrondo su assist rasoterra di Glik il copione della gara cambiava. Gli ospiti prendevano il controllo di più metri di campo, ma le loro iniziative s’infrangevano ai limiti dell’area granata ben presidiata dal trio dei centrali, sopratutto con un energico Glik; l’offensiva dei granata perdeva però smalto e solo D’Ambrosio riusciva in un paio di occasioni di mettere grattacapi agli avversari, mentre Immobile appariva troppo spalle alla porta e quindi fumoso, così la migliore occasione capitava di nuovo sui piedi di Larrondo che spedisce fuori in spaccata su imbeccata del solito D’Ambrosio.
Il secondo tempo inizia persino peggio, così dopo un minuto Maniero penetra dalla destra nell’area granata, salta Glik e poi Padelli e quasi dal fondo tira sul primo palo dove il disperato tentativo di Moretti non salva il risultato. Il vantaggio è inaspettato e la reazione dei granata sembra piuttosto contratta, Farnerud infatti è calato notevolmente, Brighi è praticamente fuoripartita, Darmian non riesce a piazzare un pallone in mezzo neanche a per miracolo e preoccupa l’involuzione sia tecnica che di lucidità del laterale destro, ma improvvisamente Larrondo s’inventa un assist vincente in verticale per Immobile che a tu per tu con Pigliacelli non sbaglia il gol del pareggio. Il Pescara si ributta in avanti, facilitati dal fatto che i due mediani al fianco di Bellomo non fanno un minimo di filtro e che Glik appare ancora frastornato dal dribbling subito da Maniero ad inizio partita, tocca quindi a Rodriguez sbrogliare molte brutte situazioni, mentre Moretti gioca d’anticipo, ma la beffa si concretizza poco dopo, così che Ragusa, vedendo Padelli fuori posizione, ha modo al 57° di piazzare da 35 metri la palla sotto la traversa, la sfera ricade in campo, non chiaramente se aldilà o meno della linea bianca, si continua a giocare per alcuni secondi abbondanti e poi il guardalinee corre a centrocampo e l’arbitro convalida il gol tra le proteste di Glik e compagni; proteste che poi seguiranno anche in un paio di altri episodi in area abruzzese per due rigori non assegnati ai granata. Ventura corre ai ripari ed entrano, nel giro di poco, El Kaddouri per Farnerud e Cerci per Larrondo. Il marocchino sembra correre un po’ senza meta per il campo e la cosa migliore è un assist che fornirà a Immobile e che l’ex pescarese manderà alle stelle all’81°. Cerci invece si rende pericoloso su una punizione al 76° di poco fuori e con un tiro ribattuto clamorosamente da un difensore all’85° su passaggio, questa volta efficace, di Darmian. Intanto Basha era entrato al posto di Brighi e cercava di mettere agonismo nel centrocampo granata, ma la sua prova è più che altro macchiata dalla mancata segnatura all’89° quando spara in curva da dentro l’area un passaggio filtrante dalla sinistra. Nel recupero la confusione dei giocatori granata si palesa in un niente di fatto e al triplice fischio si scatenano i giusti ed impietosi fischi della Maratona e del resto dei settori dello stadio.
Questa sconfitta ha sicuramente rivelato che tanto deve ancora lavorare lo staff tecnico per migliorare le prestazioni della squadra. Nel centrocampo Bellomo, uno dei pochi a salvarsi ieri (con D’Ambrosio), non può portare da solo la croce dell’impostazione del gioco e del recupero palla, bisogna chiarire i ruoli dei due altri mediani. Darmian e D’Ambrosio hanno bisogno di ricambi, non si può schierarli anche quando non stanno bene come è successo al primo ieri. Cerci deve ritrovare il suo smalto e l’intesa con i compagni, sennò questa squadra diventa spuntata e sterile. Padelli ha dimostrato di avere incertezze clamorose e che serve un titolare diverso; il trio di centrali difensivi ha avuto amnesie fatali, serve più concentrazione. Immobile gioca bene in velocità, ma nelle triangolazioni è ancora un po’ imballato, specialmente nel controllo di palla. Che si lavori tanto e subito, al campo d’allenamento e nelle trattative di calciomercato, ma che lo si faccia seriamente!!
Nulla di nuovo sotto il sole.. pardon la luna!! I soliti patemi d’animo, ma come sempre FORZA VECCHIO CUORE GRANATA!!!