L’aggregazione è forse l’aspetto più bello del ruolo di volontario: “si stringono amicizie e si ritrovano vecchie conoscenze” raccontano, “si incontrano addirittura i compagni delle scuole elementari”. Anche il rapporto con gli sportivi è qualcosa di speciale: “si socializza con gente proveniente da ogni paese; lavorare al Games Center aiuta anche a rispolverare l’inglese, lasciato in un cassetto per tanti anni”.
Senza volontari non esisterebbero i grandi eventi. Si occupano degli accrediti e della sicurezza, forniscono informazioni di ogni genere, accompagnano gli atleti sui luoghi di gara e seguono le competizioni. Molti di loro hanno già contribuito alla riuscita di manifestazioni internazionali: “dopo le Olimpiadi Invernali del 2006 Torino è rinata dal punto di vista sportivo” racconta una signora, “dopo i Giochi ho partecipato alle Palarilmpiadi e alle Universiadi delle 2007”. Qualcuno si è occupato anche di eventi diversi, come Europa Cantat o l’ostensione della Sindone.
Questo esercito di persone, rigorosamente vestite con la maglia dei Giochi, conta un migliaio di individui. Hanno dato la loro disponibilità tramite internet e sono stati assegnati nelle varie funzioni dal Comitato Organizzatore, anche in base alle esperienze passate. Il Games Center è la loro casa per sei ore al giorno ma hanno cominciato a lavorare già prima dell’inizio dei World Masters Games: “preparare 18mila zainetti per tutti i partecipanti richiede tempo” conclude con un sorriso uno di loro, “ma se c’è entusiasmo anche un’ora passa un batter d’occhio”.
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