Il primo comandamento è giocare alla pari. Ieri mattina il CCCP Russian Rugby Team ha dato prova di ciò “prestando” tre giocatori ai Baegle Boys, costretti in inferiorità numerica per l’assenza di qualche elemento. Quella russa è una formazione fisica, ma capace di costruire belle azioni corali per arrivare alla meta. Si conoscono da molto tempo ma non hanno tante occasioni per allenarsi insieme; i WMG erano però un appuntamento imperdibile. Al termine di ogni match mostrano con fierezza la bandiera rossa con falce e martello dell’URSS: “siamo nati quando la Russia si chiamava Unione Sovietica e portiamo quella bandiera”.
La terza legge è divertirsi nel rispetto di tutti. Le regole sono state leggermente modificate tenendo conto dell’età non più giovanissima dei partecipanti. Clima di grande amicizia, con frequenti strette di mano al di là del noto terzo tempo. Parecchi atleti indossano una maglia con il proprio soprannome, a testimonianza dello spirito goliardico; nei primi giorni, al termine di un incontro, è andata in scena una conversazione piemontese-inglese, conclusa con scambio di magliette e bottiglie di grappa.
L’ultima condizione è impegnarsi al massimo per raggiungere la vittoria. Ne sono una prova gli atleti del British Army Rugby Team, detentori del titolo dei WMG, conquistato a Sidney quattro anni fa. La preparazione alla partita è curata nei minimi dettagli, dal riscaldamento, al discorso di gruppo fino all’ingresso in campo. Come spiega uno di loro infilandosi la maglietta nera: “a nessuno piace arrivare secondi, anche se il semplice fatto di essere qui è per noi un onore”.
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