Torino World Masters Games: le quattro leggi non scritte del rugby

Creato il 07 agosto 2013 da Sportduepuntozero

Rugby e lealtà, lealtà e World Masters Games. Pochi sport riescono a incarnare gli ideali delle Olimpiadi dei veterani come quello della palla ovale; basta una mattinata al campo Angelo Albonico di Grugliasco per rendersene conto. La giornata di ieri ha concluso la prima fase del torneo di categoria 45+, mentre le quattro formazioni master 35 competitive hanno giocato le semifinali. Tre team amatoriali, raggruppati in un girone con partite di andata e ritorno, completano il panorama delle 11 squadre iscritte. In programma venerdì le finali che decideranno il podio.

Il primo comandamento è giocare alla pari. Ieri mattina il CCCP Russian Rugby Team ha dato prova di ciò “prestando” tre giocatori ai Baegle Boys, costretti in inferiorità numerica per l’assenza di qualche elemento. Quella russa è una formazione fisica, ma capace di costruire belle azioni corali per arrivare alla meta. Si conoscono da molto tempo ma non hanno tante occasioni per allenarsi insieme; i WMG erano però un appuntamento imperdibile. Al termine di ogni match mostrano con fierezza la bandiera rossa con falce e martello dell’URSS: “siamo nati quando la Russia si chiamava Unione Sovietica e portiamo quella bandiera”.

La seconda regola è partecipare. La società Rugby Old Highlanders Zero11 conta una quarantina di giocatori, raccolti in tutta la provincia di Torino. Per consentire a tutti di provare l’emozione unica dei World Masters Games si è scissa in due squadre, la più competitiva Rugby Old Highlanders e l’amatoriale Zero11 ASD. Per molti si tratta della prima partecipazione a un torneo ufficiale, resa ancor più speciale dall’internazionalità dell’evento.

La terza legge è divertirsi nel rispetto di tutti. Le regole sono state leggermente modificate tenendo conto dell’età non più giovanissima dei partecipanti. Clima di grande amicizia, con frequenti strette di mano al di là del noto terzo tempo. Parecchi atleti indossano una maglia con il proprio soprannome, a testimonianza dello spirito goliardico; nei primi giorni, al termine di un incontro, è andata in scena una conversazione piemontese-inglese, conclusa con scambio di magliette e bottiglie di grappa.

L’ultima condizione è impegnarsi al massimo per raggiungere la vittoria. Ne sono una prova gli atleti del British Army Rugby Team, detentori del titolo dei WMG, conquistato a Sidney quattro anni fa. La preparazione alla partita è curata nei minimi dettagli, dal riscaldamento, al discorso di gruppo fino all’ingresso in campo. Come spiega uno di loro infilandosi la maglietta nera: “a nessuno piace arrivare secondi, anche se il semplice fatto di essere qui è per noi un onore”.

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