E' notizia di agenzia di pochi minuti fa che i ribelli del Darfur sudanese hanno fatto prigionieri 49 uomini dell'UNAMID ossia la forza di pace che fa capo tanto all'ONU quanto all'UA (Unione africana), arruolati con l'obiettivo di garantire la pace in una zona particolarmente "calda" com'è il Darfur sotto la costante minaccia sudanese.
Pare che insieme ai caschi blu ci fossero anche tre sospetti membri dell'intelligence di Al-Bashir.
La cattura e l'arresto dei caschi blu è avvenuta, secondo fonti attendibili, domenica, cioé ieri.
Non si conosce ovviamente bene la dinamica dello svolgimento dell'azione ma una cosa è certa ed è che le pene per la popolazione del Darfur, a causa del vicino "scomodo", pare non finiscano mai.
E la pace in quell'area è costantemente a rischio.
I caschi blu fermati, riferisce l'agenzia, sono in prevalenza senegalesi come altri provenienti quasi tutti da molti diversi Paesi africani. Paesi poveri, la cui gioventù risolve i suoi problemi di sopravvivenza quotidiana con questo genere di arruolamento per avere una paga certa.
Insomma una guerra tra poveri. Come sempre.
Ma più povera dei ribelli e dei caschi blu a mio avviso è la popolazione civile, che continua a pagare, con il trascorrere del tempo, un prezzo di giorno in giorno sempre più alto.
E l'opinione pubblica internzionale che fa ?
Sta alla finestra e guarda.
Indifferente.
Con tutta la commiserazione possibile per i caschi blu, che sappiamo anche perché fanno il mestiere delle armi, io stavolta sto con i ribelli.
Quasi fosse un RISIKO ma, purtroppo, non lo è.
A mio parere i cosiddetti ribelli hanno ragioni da vendere specie se, dietro una falsa bandiera di pace, si celano interessi, a dirla a denti stretti, molto poco trasparenti.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
Nella foto in basso un campo profughi nel Darfur