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Tormentone Jovanotti: quando il pop conquista la sinistra

Creato il 03 settembre 2013 da Andcontr @andcontr

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Ci vuole pioggia vento e sangue nelle vene…

Si, sono anche io uno dei tanti che di lunedì sera accende la televisione su Rai1 e si guarda Jovanotti. Perchè? Perchè per prima cosa è la prima volta che sperimento l’HD della RAI, visto che fino alla settimana scorsa l’azienda pubblica me lo faceva saltare un giorno si e l’altro anche e poi perchè male non fa, farsi un viaggio nella cultura pop. Si, proprio quella cultura che in molti criticano ma bene o male ci sono dentro, quella cultura che tutti bollano come conformismo e la evitano facendo gli alternativi. Ma se tutti sono alternativi, non è che sono loro i conformisti?

Poi si parla sempre tanto di Jovanotti. Oggi ad esempio è rimasto stabilmente sulla mia bacheca di Facebook grazie all’intervista rilasciata a La Stampa, firmata Gramellini. Già, il vicedirettore di uno dei più importanti quotidiani italiani e ormai celebre scrittore di romanzi, intervista la star pop. Lorenzo, uno a cui piace un pò di tutto: dalle scarpe dei fascisti alle moto dei rossi comunisti. Un qualunquista? Semplicemente, a detta sua, superficiale. Talmente superficiale che lo affascina la parola crescita e Renzi come via di fuga per una nuova dimensione di PD: il più grande spettacolo dopo il big bang?

Torniamo però al Jova e alle sue canzoni: perchè alla fine lui fa quello di mestiere e fin dal 1991 non sbaglia un colpo. Se vuoi una hit italiana marcata pop lui è il primo della lista e puoi passare dai trentenni ai quindicenni che qualcuno che sa a memoria il suo ultimo pezzo lo trovi. Il quarantenne ricorderà la prima volta con la sua ragazza sulle note di Serenata Rap, mentre il diciottenne correrà a prendere la sua nuova fiamma sulle note di Ti porto via con me. Colonne sonore di vite comuni, come è sempre stato il pop.

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Allora mi chiedo: non è che la maggioranza della popolazione italiana abbia voglia di questa pop pieno di gioia e allegria? Anche i più estremisti sono sicuro che si farebbero un sorriso ascoltando per bene i suoi testi, poi ci metti una musica allegra sotto e la giornata svolta da sè.

Ma allora il mito del ragazzo pop è quello che viene votato e che piace? Quello superficiale che fa muovere le folle solamente con la sua presenza, perchè bene o male lo spirito per far festa ce l’ha? Bene, abbiamo allora trovato la ricetta per questa Italia stanca e fiacca. Abbiamo trovato la chiave di volta per vincere, ma non ditelo troppo forte a quelli dell’apparato.

Ora, non voglio sconvolgere più del dovuto, ma forse questo spirito pop che da tempo aleggia sulla sinistra nostrana è davvero il motore di questo cambiamento. Cambiamento che casualmente fa rima con gioventù? Proprio quello.

Iniziamo un pò tutti a pensarla così questa sinistra, un pò giovane dentro, pronta a cavalcare verso nuovi lidi ma con radici sicure a cui rimanere ancorata.

Perchè alla fine lui sarà superficiale e magari non piacerà a tutti, ma intanto Cuore l’ha scritta di getto dopo il tritolo di Capaci.

Lui non un altro.

Quindi, ragazzi, fermatevi e pensate al discorso dei puntini, alle rime fatte su semplici giri di chitarra, all’arcobaleno di colori dei suoi concerti.

Ecco, fissate il tutto bene in testa.

Sarà il motivo che da oggi, ed ora in poi, sarebbe bello portarci dietro.

Per il resto: penso positivo, possiamo farcela!

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Post scriptum per i lettori occasionali: questo articolo è stato scritto senza faziosità e non vuole essere un endorsement verso questo o quel personaggio. Semplicemente un insieme di idee, colori ed emozioni che farebbero della sinistra odierna un partito a cui i giovani, potrebbe guardare, sapendo di trovare vitalità e saldi principi.


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