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Ieri ho vissuto un pomeriggio da incubo.Caldo africano.Rientro a casa dopo il lavoro, pranzo e decido di mettere una vaschetta di acqua fresca nella gabbia dei miei canarini.Meringa cova le sue uova e Camillo saltella da un trespolo all'altro.Apro lo sportellino, infilo la vaschetta e non faccio in tempo a sfilare la mano che Camillo vola fuori dalla gabbia in uno sfarfallio frenetico di piume arancioni.Lo seguo con lo sguardo e lo vedo volare verso il giardino della vicina.Resto immobile. Non so cosa fare.Dopo un po' lo intercetto sui rami di un nespolo.Dopo vari tentativi di attirarlo con i richiami di un canarino che ho in memoria nel telefonino, decido di provare a chiedere alla vicina se posso provare a recuperarlo quando vedo un merlo inseguirlo con fare minaccioso.Camillo scappa disperato tra gli alberi da frutto e si infila nella fitta vegetazione. Mi vesto, scendo in strada e provo a bussare nella grande casa con il giardino tutto intorno.Dopo qualche minuto mi apre una signora vestita di tutto punto e con i capelli in perfetto ordine.E' piccola, magra e molto anziana."Come dice?", mi chiede, non capendo bene quello che le ho spiegato al citofono."Signora, mi è scappato un canarino ed è volato nel suo giardino. Posso provare a recuperarlo?""Io non apro mai a nessuno...io a lei non la conosco...ma entri...se posso esserle d'aiuto...ci mancherebbe..."Mi fa entrare in casa, chiude la porta e mi accompagna verso la cucina.La casa è enorme.Pavimenti di graniglia, corridoi lunghissimi, un numero incredibile di stanze e un piacevole fresco che ristora dal caldo del pomeriggio."Mi scusi per il disordine" mi dice la signora.Io mi guardo intorno e vedo solo ordine e pulizia.Arrivo in giardino e inizio a cercare Camillo.Lo trovo tra l'erba dopo qualche giro di perlustrazione.Provo a catturarlo lanciando un asciugamano da mare che mi sono portato dietro, ma il maledetto scappa veloce verso i rami di un nespolo."Ho una scala...vuole provare con quella?" mi chiede la signora.Mi passa la scala, la apro, ci salgo sopra e Camillo se ne vola ancora più in alto sulla recinzione del muro divisorio.Non ci arrivo più.Lancio l'asciugamano e lui scappa verso i terrazzi sull'altro lato della strada.Scendo e sconsolato mi scuso con la signora per il disturbo."Nessun disturbo. Ora devo andare a messa...ma dopo, se vede la portafinestra del giardino aperta vuol dire che sono tornata a casa. Può venire e riprovare. Mi dispiace così tanto per il suo canarino."La saluto, la la ringrazio e ritorno verso casa. Mi faccio una doccia per rinfrescarmi.Ritorno in terrazza un'ultima volta e vedo Camillo sui fili del bucato della villetta di fronte che canta tutto spensierato.Questo finché non ritorna il merlo di prima ancora più determinato e incazzoso.Disperato vola da una parte all'altra e scappa verso i parcheggi sotterranei del mio palazzo.E' tardi, devo tornare al lavoro, ma decido di provare un'ultima sortita.Mi vesto, scendo di corsa nei garage e inizio a guardare nei tunnel per vedere se scorgo un corpicino arancione.Un signore si avvicina sospettoso e mi chiede che cosa cerco.Gli spiego il problema e sorride: "Mica facile prendere un canarino".Camillo non lo vedo da nessuna parte. Sono quasi tentato di rinunciare quando lo trovo appollaiato su una pedana di legno appoggiata al muro.Mi guarda placido, come se niente fosse.Il signore lo fissa incuriosito.Io mi sposto di lato e nascosto da una rientranza del muro lancio l'asciugamano all'ultimo istante, buttandomi in avanti per bloccarlo e non farlo scappare. Apro leggermente le mani e vedo la sua coda, la blocco con il pollice e chiudo le mani senza stringere.Di corsa torno a casa con Camillo fremente tra le dita e facendo molta attenzione lo faccio rientrare nella sua gabbietta.Meringa sembra non essersi accorta di niente.Continua a covare le sue uova preziosissime.
Ora Camillo ha ripreso a cantare come suo solito sul trespolo della gabbia, guardando fisso il cielo lontano.Mi chiedo cosa ricordi della fuga miracolosa di ieri.Il merlo?
P.S.- alla fine sono arrivato al lavoro stremato...uno straccio era di sicuro più vitale di me.
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