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Torna a casa Olli

Creato il 29 novembre 2011 da Albertocapece

Torna a casa OlliTroppa banca nell’esecutivo e troppo vecchio sottogoverno: per questo i partiti sono contenti e la foto di famiglia dell’Italia di emergenza è bella sorridente come se dovesse andare in gita. Ma c’è poco da stare allegri e fra le tantissime ragioni  c’è anche di una certa debolezza che il nuovo esecutivo sfoggia in Europa. Pazienza se a suggerire la sempre apprezzatissima macelleria sociale anche sotto la nuova gestione sia il duo Merkel – Sarkozy: se non altro hanno un potere reale. Ma francamente è intollerabile dover subire i predicozzi terroristici di Olli Rehn  e le sue idee sulle pensioni e sulle dinamiche del lavoro.

Purtroppo anche l’Europa, a causa delle alchimie tormentose e pedisseque fra Stati e del poco potere reale, è piena di cialtroni. Noi dobbiamo sopportare questo finlandese,  commissario europeo agli Affari economici che non solo proviene da un Paese con un Pil che è metà di quello greco, ma che ha la metà degli abitanti della Lombardia sparsi su un territorio  notevolmente più vasto di quello italiano. Va bene che tutti devono partecipare, ma francamente ha pochissimo senso mettere  rappresentanti di Paesi così particolari dentro il cuore della politica continentale.

Vabbé, mi direte, ma se è una persona di valore. Però nutro forti dubbi, oltre a quelli suscitati dalla sua citazione di Peppone e don Camillo. Mi insospettisce il fatto che dalla Finlandia sia andato a laurearsi in Usa, ma non ad Harvard o a Yale, bensì in un college di quart’ordine, lo sconosciuto Macalaster di Saint Paul in Minnesota ( stato peraltro che l’anno scorso è andato in default ed è stato salvato dalle casse federali Usa), per prendere una di quelle lauree  generiche, economia, relazioni internazionali e giornalismo, che di solito in america sono appannaggio delle ragazze in cerca di marito.

Si, ha poi anche un masterino a Helsinki e uno al St Antony College di Oxford, il masterificio per turisti tanto per capirci, ma insomma per essere ufficialmente quello che tiene le redini dell’economia di un continente, mi sembra un po’ pochino. Però c’è anche qualcosa di più interessante in questo modesto curriculum: con chi ha un rapporto speciale il Macalaster College? Sorpresa: con la Merril Lynch, guarda caso è una delle grandi  banche fallite e salvate dallo Stato americano, una delle maggiori colpevoli della bolla finanziaria, uno dei centri dell’ideologia liberista  e dulcis in fundo una di quelle banche che l’altro giorno avevano decretato la fine dell’euro.  I docenti del Macalaster sono presi dalla Merril e gli studenti vanno in Merril a fare gli stage. una vera concentrazione di sapienza distruttiva.

Così adesso l’ex studente Olli Rehn ci dice cosa dobbiamo fare per uscire dalla crisi in cui ci hanno cacciato i suoi insegnanti, cerca rimedi all’interno di quella bolla ideologica che ha causato la crisi, si permette di dare i suoi diktat. E nessuno gli dice almeno di vergognarsi.


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