soddisfazione è stata espressa dal direttore Massimo Della Valle. “Abbiamo recuperato alle osservazioni uno strumento che ha svolto un ruolo importante nello sviluppo dell’astronomia solare italiana ed ora è destinato a diventare uno dei punti di forza delle attività didattico-divulgative di Napoli e dell’INAF.
di Maria Teresa Fulco
Scolaresca in visita al Celostato. Il Sole è visibile proiettato sul telo provvisorio
Da poco il Sole è entrato nel suo periodico stato di forte attività che si ripete ogni 11 anni e che nelle macchie e nelle protuberanze ha i suoi fenomeni più spettacolari. Una macchia solare è una zona dell’atmosfera solare la cui temperatura è inferiore di circa 1500°K rispetto all’ambiente circostante che conta circa 5800°K. È costituita da un’ombra (parte più scura centrale) circondata da una zona di penombra. Le macchie solari si formano a causa degli intensi campi magnetici che inibiscono i moti convettivi che trasportano il gas caldo dagli strati sottostanti verso l’alto, come avviene in una pentola con acqua che bolle. In particolare, in questa immagine sono evidenti gruppi di macchie disposte quasi parallelamente all’equatore solare e che indicano un’intensa attività del Sole. Macchie così grandi sono generalmente accompagnate da forti protuberanze di gas ionizzato emesso dal Sole. Infatti, la NASA dopo aver lanciato l’allerta per l’arrivo di tempeste magnetiche, nelle scorse ore ha registrato, con i suoi satelliti, un forte flusso di particelle cariche provenienti dalla nostra stella.
Maurizio Oliviero e Luciano Terranegra dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Capodimonte, hanno catturato una serie di immagini del Sole che faceva capolino tra le nuvole del cielo di Napoli, con la macchia “1944” ben visibile in questi giorni sulla sua superficie. Le immagini sono state ottenute con il Celostato, accoppiato con una lente obiettiva acromatica di diametro 25 cm e focale 2,5 metri posta all’interno della struttura che ospiterà il laboratorio per le osservazioni solari. Il Sole ritratto nelle foto ha un diametro di 80 cm ed è il risultato di una proiezione oculare su un telo. Il Celostato è uno strumento che ha la particolarità per cui un fascio di raggi proveniente da un oggetto celeste viene riflesso sempre nella stessa direzione a prescindere dal moto della volta celeste a causa della rotazione terrestre. Le immagini vengono quindi facilmente proiettate su di uno schermo, favorendo le osservazioni “di gruppo”, particolarmente richieste dalle scuole.
Il Celostato dell’INAF-OAC è dotato di due specchi del diametro di 30 cm di cui uno con movimento rotatorio uniforme di 48 ore (il doppio del periodo di rotazione della Terra) intorno ad un asse parallelo all’asse di rotazione terrestre ed inclinato sul piano dell’orizzonte di un angolo pari alla latitudine di Napoli (circa 41°).
Grande soddisfazione è stata espressa dal direttore Massimo Della Valle. “Abbiamo recuperato alle osservazioni uno strumento che ha svolto un ruolo importante nello sviluppo dell’astronomia solare italiana ed ora è destinato a diventare uno dei punti di forza delle attività didattico-divulgative di Napoli e dell’INAF. Il Celostato sarà collegato un laboratorio per le osservazioni solari che farà parte della rete dei telescopi remotizzati dell’INAF nell’ambito del progetto Astronomia e Società”.
Il Celostato, costruito nel 1950 presso l’Osservatorio Astrofisico di Arcetri dal tecnico Fosco Tantulli, sotto la supervisione dell’allora direttore Guglielmo Righini, partecipò a campagne osservative per l’osservazione di eclissi solari, in Sudan nel 1952, in Svezia nel 1954, in Arcetri nel 1961, e in Grecia e Brasile nel 1966. Questo strumento successivamente seguì il direttore Mario Rigutti a Napoli, mentre degli altri due esemplari gemelli, uno rimase ad Arcetri e l’altro andò al Dipartimento di Fisica della “Sapienza” a Roma. Da molti anni il Celostato di Capodimonte era inutilizzato. Data l’importanza e le potenzialità dello strumento per l’attività didattica e scientifica, nonché il suo forte impatto visivo per le attività divulgative, il gruppo solare dell’Osservatorio di Capodimonte ha completato la sua ristrutturazione, mentre simultaneamente, grazie al progetto dell’architetto Liana de Fillippis, l’edificio che lo ospiterà ha preso la sua forma definitiva.
Fonte: Media INAF | Scritto da Maria Teresa Fulco