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Qualcuno con un passato: con questo eufemismo i britannici definiscono un essere umano con qualcosa da nascondere.
Così mi sono sentita io spesso, davanti a domande imbarazzanti sulla mia vita. Proprio per la mancanza di un passato romanzesco – una cruda realtà – che la mia natura romantica faceva fatica ad accettare, ho talvolta costruito ricordi avventurosi su spunti di vita quotidiani. Sognavo e descrivevo i miei sogni come se fossero realtà. Poi me ne vergognavo. Già, perché avevo fantasia ma poca memoria, e mi sarà capitato di smentirmi, senza dubbio. O che mi smentisse qualcun altro.
Alle elementari le mie compagne descrivevano i costumi da damina del settecento che avrebbero indossato a Carnevale. Io non avevo costumi, e allora ne inventavo e descrivevo uno da “damina del quattrocento”. Alla festa in casa a cui ero invitata dalle mie compagne sontuosamente mascherate, arrivavo vestita da tutti i giorni, per mia somma vergogna, e la mia mamma spiegava ridendo che mi ero inventata tutto. Sarei voluta sparire in quel momento e per sempre.
Conscia delle “bugie bianche” che avevo seminato per cinque anni, alla fine delle elementari sono diventata introvabile da tutti quelli che mi avevano conosciuto. La storia si è ripetuta dopo le medie e dopo il secondo anno di liceo, quando ho abbandonato gli studi formali e nonostante l’istinto a mentire si fosse già molto ridotto. Se vedevo qualcuno che conoscevo per strada, attraversavo per non salutarli. Ero diventata fobica del passato.
Di recente, invece, mi ha colto un’irresistibile nostalgia dell’età dell’innocenza – per così dire – e ho cominciato a frugare nel passato per ripescare ricordi. E questi hanno cominciato a uscire dal sacco. Non sono per niente imbarazzanti, anzi fanno quasi tenerezza. L’ultimo tema della quinta elementare aveva pressappoco questo titolo: “Immagina di incontrare le tue compagne di scuola fra dieci/venti/più anni”. Che cosa fate? Cosa vi dite?”
Purtroppo questo non si è mai avverato, diversamente da esperienze altrui, che hanno appuntamenti annuali fissi. Però non è troppo tardi.
Delle mie prime compagne di scuola non ho più notizie, sebbene abbia tentato alcuni contatti. E’ passato troppo tempo, evidentemente. Invece ho fatto una scoperta emozionante rispetto una compagna delle scuole superiori: è ancora come me la ricordo, travolgente, vulcanica, spiritosa, una forza della natura e intenzionata a riprendere i contatti dopo quasi mezzo secolo… Da non credere. Spero di farcela a riprendere in mano e finalmente accettare il passato. E’ bello credere nell’amicizia.
Sarei curiosa di conoscere le esperienze di altri. Sareste tanto gentili da condividerle con me? Ve ne sarei riconoscente.
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