Un ammorbo continuo.Venticinque anni dopo vorrei entrare nella stanza di un giornalista a caso o di un opinionista televisivo dell'epoca e sbattergli sulla scrivania solo tre cose: Point Break, Mellon Collie & The Infinite Sadness e Twin Peaks.Twin Peaks è leggenda, la madre di tutte le serie televisive, è un unicum, una di quelle cose talmente belle, geniali e malate da aver scosso e smosso nei primi anni 90 uno dei fenomeni massmediatici più grossi in assoluto.Il merito artistico di David Lynch è stato quello di aver saputo portare il cinema in tv in un momento in cui, perlomeno in Italia, si facevano solo fiction sulla mafia.Sono bastati pochi minuti, un sinistro cartello segnaletico, quel ritrovamento del cadavere di Laura Palmer, nudo, avvolto in un telo di plastica ed un leitmotiv da brivido per scatenare il delirio collettivo. «Chi ha ucciso Laura Palmer?» se lo ricorda chiunque abbia vissuto l'estate del 1991 insieme a miriadi di gadget, magliette - ricordo con precisione gli haters della serie che giravano in spiaggia con la maglietta "Non me ne frega una sega di chi ha ucciso Laura Palmer" - e gruppi per la visione collettiva delle nuove puntate.Nessuno capiva cosa sarebbe successo: tutti nel paese possedevano un movente ed erano legati in qualche modo a Laura Palmer, affioravano elementi onirici, soprannaturali, creando quel mito che tuttora resiste, nonostante la fine amara della serie.Lost, X Files o CSI non sarebbero esistiti senza Lynch e Dale Cooper e la notizia che tutti noi fan della serie aspettavamo è arrivata: nove nuovi episodi sui segreti di Twin Peaks.
Dear Twitter Friends… it is happening again. http://t.co/r0l9rhK4eB #damngoodcoffee
— David Lynch (@DAVID_LYNCH) 6 Ottobre 2014
Ma non finisce qui, ieri Mark Frost ha annunciato la pubblicazione di un libro, "The Secret Lives of Twin Peaks", che arriverà in Italia entro il 2015, edito da Mondadori e che svelerà la vita dei protagonisti dopo i fatti delle prime serie tv.
Laura Palmer l'aveva detto a Cooper: “Ci vediamo tra 25 anni”.