[Questo pezzo è uscito su Bologna Sette - Avvenire il 24 luglio, a p. 5].
Il contributo di Pavel Aleksandrovič Florenskij alla storia del pensiero è difficile da limitare ad un solo campo: oltre che alla filosofia e alla teologia, questo sacerdote ortodosso russo (fucilato nel 1937 dopo anni di confino) contribuì infatti anche a studi scientifici e alla ricerca tecnica. Ad Antonio Maccioni, che ha curato l’edizione delle lezioni su «La concezione cristiana del mondo» («Pendragon», 212 pagine, 18 euro), che il pensatore tenne nel 1921 all’Accademia teologica di Mosca, abbiamo rivolto alcune domande.
Cosa rappresenta la «concezione cristiana del mondo»?
Vedere cristianamente il mondo, per Florenskij, è possibile solo nella vita concreta e all’interno di una comunità. Questa che viene concretamente identificata con quella del monastero, a lui caro, di San Sergio, diventa quindi la base dei rapporti tra le famiglie e all’interno della famiglia. La «concezione cristiana del mondo» significa quindi ritornare, passando attraverso la crisi del pensiero occidentale, a una visione basata sulla fede. Questo ritorno, che è anche una rinascita, parte dalla morte di quella che Florenskij chiama «visione rinascimentale del mondo», cioè di un pensiero che si fonda sulla fiducia esclusiva nelle scienze matematiche e naturali, come è successo con le scuole di pensiero che si sono richiamate a Kant. A questa visione del mondo, Florenskij ritiene di poter contrapporre con successo la sua fede.
Ma Florenskij era lui stesso matematico, oltre che studioso di arte, filosofo e teologo…
I suoi primi studi furono matematici, ma già in questo periodo emergono i suoi interessi filosofici e religiosi, testimoniati anche dall’amicizia con il poeta simbolista Andrej Belyj. In seguito, cercherà di dare vita a una visione del mondo che, partendo dal dato scientifico, possa comprendere anche prospettive differenti (come quella rappresentata dall’arte) in grado di mettere in luce un quadro più complesso, di rendere concreto uno stesso elemento in modi diversi. Florenskij non è contrario allo sviluppo della scienza, ma vuole inserirla in un insieme organico.
In cosa Florenskij, con la sua insistenza sul Medioevo, si può considerare «attuale»?
Ritornare al Medioevo – inteso non come epoca storica ma come prospettiva opposta al Rinascimento – per Florenskij non è solo una speranza ma un fatto concreto, provocato dalla crisi del pensiero. Tornare a una visione medievale, per lui, significa anche riscoprire la meraviglia, da cui è nata la filosofia, e che spinge a guardare sempre «oltre», mentre la scienza cerca il limite della conoscenza. Florenskij è attuale perché nelle sue lezioni dialoga con tutto il pensiero occidentale come si è sviluppato nei secoli, compreso, paradossalmente, un pensatore come Nietzsche, a cui dedica alcuni brevi cenni. E ancora oggi può dire molto al dibattito sul rapporto tra scienza, filosofia e religione.
Davide Maggiore
Leggi al riguardo: Lo sguardo cristiano “vede” il mondo come icona dell’invisibile.
Pavel A. Florenskij
La concezione cristiana del mondo
a cura di A. Maccioni
Edizioni Pendragon
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