Ieri esco dall’ufficio…a quattro zampe, come al solito. Entro in macchina assaporando casa, divano, relax…mai fare sogni ad occhi aperti perché poi ti si abbarbica la congiuntivite galoppante e dai fuori di cotenna. Primo semaforo: raffica di lavavetri armati fino ai denti. “No, grazie”, sorrido a denti stretti. Malgrado tutto arriva il primo spruzzo e il mio capello comincia a imbizzarrirsi. Al secondo “no” secco, il tipo mi manda a cagare nella sua lingua. Masticando parolacce inenarrabili, ingrano la marcia e mi avvio. Fino al secondo semaforo: rom con bambino in braccio. Sguardo supplicante e un cellulare appeso al collo. Bussa al finestrino. Le faccio cenno che non tengo un centesimo chiedendomi se gli spiccioli che raggranella agli angoli della strada le servano per dare una sistemata al bambino appeso al collo o per ricaricare il cellulare. Terzo semaforo: gruppo di lavavetri alla riscossa. In barba al bon ton e ai diritti civili aziono il tergicristalli. Il tipo si ferma, mi guarda in cagnesco e mi sputa sul vetro. I miei capelli adesso somigliano a quelli di Branduardi. Arrivo, finalmente, sotto casa. Con sguardo famelico cerco un parcheggio. Le auto sono posteggiate alla rinfusa: in doppia fila, davanti ai passi carrabili, sopra il marciapiede, accavallate alle strisce pedonali. Mi accendo una sigaretta e mi metto comoda. Ripasso qualche nozione di yoga e cerco di non pensare che sono fuori casa da oltre 10 ore e che il mal di testa mi fa compagnia dal primo pomeriggio. Come civiltà impone, pago ogni anno la mia quota per il pass che mi consentirebbe (il condizionale è d’obbligo) di posteggiare nelle zone blu. Peccato che metà di queste siano occupate da: campane per la raccolta del vetro, motorini, gazebo abusivi di bar e ristoranti, oggetti vari messi in mostra dai negozi del circondario. Sono al limite dell’umana sopportazione. All’angolo della strada, tranquille e pacifiche, due giovani pulzelle con la casacca gialla degli ausiliari del traffico, chiacchierano amabilmente con un tipo che sembra un tronista della De Filippi. Di vigili muniti di carro armato, utile per schiacciare 3-4 mila auto in doppia fila, nemmeno l’ombra. Guardo l’orologio, venti minuti alla ricerca di un posto, con la benzina a 1,9 euro al litro! Con la coda dell’occhio vedo una ragazza che fa ciondolare un mazzo di chiavi in mano, la pedino spudoratamente fregandomene altamente della macchina che mi strombazza sul di dietro. Lei apre la sua 500 grigia, entra, avvia il motore e ingrana la retromarcia. E’ mio, è mio…ci sono riuscita, HO PARCHEGGIATO!!! I miei capelli somigliano alla versione più che scomposta del Mocio Vileda.
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