Tornano le vendite, ma i cali sono limitati
Bene Merck, Visa e Goldman Sachs. In calo Unitedhealth, Pfizer e Walt Disney. Sul Nasdaq vola Tesla dopo una trimestrale deludente.
I principali indici americani han fatto segnare un ribasso, stiamo parlando di pochissimi decimi di punto percentuale, eppure il nervosismo, sembrava evidente.
La seduta del Dow Jones, infatti, è risultata esattamente speculare rispetto alle due che l’hanno preceduta, stavolta infatti l’indice più vecchio del mondo partiva in territorio positivo per poi calare.
Più volte ha rimbalzato nel corso della giornata ed a novanta minuti dal fixing sembrava potesse arrivare ad azzerare le perdite, ma anche in quel momento sono tornate le vendite, gli acquisti dell’ultimissimo minuto hanno evitato una chiusura sul minimo di seduta.
E’ vero, stiamo parlando di ribassi molto contenuti, per il Nasdaq, poi, si è trattato di un calo assolutamente frazionale, ma oggi sono tornati a farsi vivi dei venditori, categoria che, recentemente, era completamente scomparsa dal mercato.
Quindi siamo del parere che quanto accaduto debba essere guardato “con la lente di ingrandimento” ossia valutato al di là della mera performance..
E’ tornato a scendere il comparto petrolifero dopo alcune sedute nelle quali aveva fatto segnare una forte ripresa, ma evidentemente tutti oggi guardavano agli importanti dati macro, in particolare all’ADP, alla bilancia commerciale ed all’ISM non manifatturiero.
Ebbene nel mese di ottobre il settore privato negli Stati Uniti ha creato 182.000 posti di lavoro, poco più di quanto previsto dagli economisti (180.000 unità).
Il deficit commerciale Usa è sceso a settembre (-15%) a 40,8 miliardi, quindi ancor più delle attese, frutto dell’aumento (+1,6%) delle esportazioni e della contemporanea diminuzione (-1,8%) delle importazioni.
L’ISM non manifatturiero, poi, è sorprendentemente salito a 59,1 punti rispetto ad una previsione che lo vedeva diminuire a 56 punti.
Insomma, tre dati macro, tutti importanti e tutti positivi e migliori delle attese e … il mercato storna, cosa vuol dire? Siamo tornati al “bad news, good news”? Dobbiamo tornare a sperare in notizie negative?
Eppure ieri (ieri non un anno fa!) gli analisti ed i commentatori di Borsa ci avevano detto che il mercato non ha più paura dell’aumento dei tassi Usa e d’ora in poi avrebbe risposto con una correlazione positiva alle notizie di mercato.
Non ci resta che stare ad attendere gli sviluppi, rimanendo sempre molto prudenti.
Dow Jones (-0,28%) assolutamente contrastato il comparto farmaceutico, svetta Merck (+0,76%), a seguire Visa (+0,58%) e Goldman Sachs (+0,50%)
Sul fondo Unitedhealth (-2,57%), Pfizer (-2,37%) e Walt Disney (-1,98%)
S&P500 (-0,35%) settori sparsi si dividono il podio: Devon Energy (+2,81%), Amazon (+2,50%) ed Abbvie (+2,19%)
Dopo una trimestrale positiva (?!?), ed in effetti il titolo saliva nel pre-Borsa, chiude invece in forte ribasso Time Warner (-6,60%), forte calo anche per 21st Century Fox (-5,21%), quindi Kinder Morgan (-2,54%)
Nasdaq (-0,05%) per il trimestre appena trascorso Tesla (+11,17%) ha annunciato una perdita superiore alle attese, ma il mercato ha reagito in maniera entusiasta ad un positivo outlook. Salgono anche Illumina (+4,06%) e Netflix (+3,93%). Da sottolineare anche i guadagni dei due colossi mondiali nel settore dei videogiochi, Electronic Arts (+3,32%) ed Activision Blizzard (+3,27%) all’ennesimo nuovo record storico.
Ennesimo ribasso, invece, per Keurig Green Mountain (-7,24%), seduta shock anche per Cerner Corp. (-6,75%) e Viacom (-6,57%).
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro
