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Tornare a casa.

Creato il 09 dicembre 2014 da Scurapina

Dopo più di un anno sono tornata lassù, fra le mie montagne, nel luogo che sento casa mia più di tanti altri luoghi, mi sono affacciata al balcone e ho ascoltato il bosco e il torrente che score nella vallata e il fruscio del vento tra i rami che sembra il canto di cento voci.

Poi ho preso la funivia e sono salita più in alto, mi sono fermata al rifugio, per ritrovare un po’ di calore e qualche viso amico, e poi, dopo pranzo, ho cominciato a camminare su per il pendio, tra volute di nubi e nebbia che si arrampicavano sui fianchi della montagna, e ho camminato così, quasi senza meta, fino a quando le voci si sono spente in lontananza e il silenzio si è riempito solo del suono dei miei passi e dei miei pensieri.

Camminando sul sentiero che tante volte abbiamo percorso insieme, ho avuto la netta sensazione di non essere sola, ho sentito l’eco di passi lievi vicino ai miei (che strani scherzi gioca l’immaginazione) e mi sono sentita in pace, quasi felice, desiderosa di scorgere le mie montagne tanto care che, come vecchie amiche, sono sempre pronte ad accogliermi in un abbraccio.

E, all’improvviso, la nebbia si è squarciata e il grigio compatto che mi circondava ha riacquistato colore e lassù, in alto, un azzurro tenero faceva risaltare le cime spruzzate di neve.

Piani di Artavaggio


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