“Questi pantaloni ti stanno larghi, strano, mi sembravi ingrassata”
“Ho trovato 5 Euro nei tuoi jeans e li ho dati in beneficienza. Tanto se li avevi lasciati lì, significa che non ti servivano”
“canta brani di Franco Battiato ininterrottamente dalle 6 del mattino”
Avete appena assistito ad alcuni dei più recenti esempi di dimostrazioni affettuose che la mia genitrice e da poco padrona di casa ha riversato sulla mia personcina.
Tornare a vivere nel nido materno dopo tre anni, soprattutto – ahem – alla mia età, può causare più traumi di un’adolescenza campagnola con genitori separati. Ho mai raccontato che la mia famiglia era l’unica di cui a scuola si sapesse che era un tantinello – come dire – esplosa? Negli anni Novanta, nei paeselli ai piedi delle Alpi certe notizie si tenevano adeguatamente chiuse dietro le porte delle cascine (o rustici, come amano chiamarle gli agenti immobiliari). Vedi cosa succede ad avere dei genitori hippy.
Il fatto che la mia camera da letto, recentemente riallestita come salotto-con-soppalco, sia invasa di valigie e scatoloni non ha reso la genitrice particolarmente serena. E il fatto che alcuni degli imballi risalgano al trasloco dalla campagna, occorso circa otto anni fa, non ha migliorato il suo umore. Immaginate quando ha scoperto che una scatola era piena di barattoli da un litro di colori a tempera ormai irrimediabilmente essiccati.
Ho dunque deciso di stilare una lista, una sorta di vademecum che aiuti chi, già traumatizzato dalla fine dell’esperienza fuori sede (o semplicemente fuori casa), si ritrovi a rientrare tra le amorevoli mura domestiche.
- Discrezione is the way
Non fate come me, non irrompete nella placida tranquillità familiare come uragani assetati di tetti di fattorie del Midwest americano. Siate cauti e astuti: un pezzo alla volta, un libro sullo scaffale al giorno, il resto tutto sordidamente nascosto dietro le ante degli armadi che manco a Narnia. Se poi anche la vostra stanza è stata riadattata a salotto, studio, deposito, officina meccanica, siate ancora più infidi: tenete in ordine, non osate riposizionare altrove gli oggetti (candele cosparse di glitter, raffinati cestini in vimini, piante di dimensioni preistoriche) accuratamente collocati nei luoghi dove una volta facevano bella mostra di sé le foto incorniciate di voi ubriachi di Jameson & ginger ale al festival del cinema di Dublino, o l’immonda ed immensa collezione di merchandise di Peter Pan della Disney; ne va della vostra vita, io vi avverto. Mostrate un rispetto che in realtà non avete affatto, e appena gli orridi guardiani del Nuovo Ordine Casalingo avranno abbassato la guardia, lentamente sferrate l’attacco.
- Mostrate iniziativa
Non vedevamo l’ora di lavare i piatti ogni sera, vero? E quanto c’era mancato, caricare il cestello della lavatrice di casa! (Per quest’ultima attività, occhio a quello che fate: sono riuscita ad allagare bagno, ingresso e pianerottolo delle scale nel maldestro tentativo di mostrarmi utile). Portate giù la spazzatura. Andate a comprare il pane e a ritirare le raccomandate. Sorbitevi infiniti pipponi su come e quando si fanno le cose (Non lasciare la bustina del tè nel pentolino che si macchia! [cit.]) mostrando sorrisi smaglianti e affilati che neanche un branco di lupi del Gran Sasso.
- Il kit per le emergenze
Ossia, un’elegante e discreta pochette in cui conservare accuratamente dosi massicce di valium. O di valeriana, se siete fermi sostenitori dei rimedi naturali. Anche i fiori di Bach vanno bene, anni fa mia madre riuscì a stordirci un mio ragazzino come neanche dei sedativi per cavalli avrebbero potuto*. Ah, non fraintendete, non sono per voi. Mescolateli ad una tazza di tè fumante che servirete ai vostri amati padroni di casa. Non prima di aver tolto la bustina dal pentolino, sia chiaro.
Buone feste a tutti.
*Padri, ecco il mio regalo di Natale per voi: temete che un infido adolescente con gli ormoni impazziti attenti all’onore della vostra bambina? Lasciate perdere le minacce, un po’ di Rescue Remedy e sarà più stordito che dopo mezzo litro di grappa di ginepro dell’alta Val Susa.