Il Prof. Stefano Zamagni, economista e docente di Economia Politica all'Università di Bologna, nel suo intervento si è soffermato sull'analisi delle cause profonde, economiche, politiche e morali, che hanno generato questa crisi - dalla finanziarizzazione dell'economia, all'avidità senza limiti, alla deregulation in campo finanziario - sottolineando la profonda differenza del modello del Credito Cooperativo, rispetto ai modelli che ci hanno portato alle condizioni attuali. Le BCC sono le vere banche del territorio perchè, proprio per loro missione, non delocalizzano, restano sempre con la proprie gente, in ogni circostanza, e sono strumento di coesione sociale. Le banche di Credito Cooperativo, ha sottolineato Zamagni, hanno rappresentato e rappresentano, nonostante le difficoltà, una sorta di polmone per le famiglie e soprattutto per le PMI a cui hanno concesso sostegno e credito anziché avventurarsi nella finanza speculativa.
Maurizio Vitali, Presidente del Banco di Solidarietà “Enzo Piccinini” di Pozzuolo Martesana (MI) [bancopiccinini.altervista.org], nel suo intervento ha invece raccontato l’esperienza di una realtà che lavora con grande impegno sul territorio, e che quotidianamente tocca con mano gli effetti negativi per le famiglie che la crisi ha generato e continua a generare.
Il Banco di Solidarietà è nato nel 1997 per aiutare 4-5 nuclei familiari in difficoltà e oggi ne sostiene oltre 125 grazie a 115 volontari e a “famiglie solidali” che tutti i mesi raccolgono beni alimentari di prima necessità. Mediamente il Banco dona circa 7 kg di alimenti pro-capite al mese (un valore di circa 80 euro a persona) per un totale di oltre 35mila kg l'anno. Un’opera di assistenza essenziale in un quadro sociale sempre più drammatico: le persone in condizioni di povertà assoluta sono raddoppiate negli ultimi cinque anni in Italia, e oggi nella sola Lombardia si contano 143.000 famiglie povere e 347.000 persone che hanno chiesto aiuto ai vari centri di assistenza sul territorio.
La parte finale della discussione, stimolata anche dalle domande provenienti dal pubblico, si è orientata su una riflessione generale riguardo alle vie da seguire per uscire da questa crisi drammatica e perversa. La conclusione che è emersa è che sia necessario tornare a rendere “civile” il mercato e l'economia, mettendo sempre al centro la persona umana. Tuttavia, come ha sottolineato lo stesso Zamagni, per fare questo non basta solo il buon comportamento e l’impegno individuale o di molti, è necessario anche cambiare l'intero assetto istituzionale e il sistema di regole che non premia, anzi svilisce, i comportamenti virtuosi.
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