Che l’idea che i social abbiano sostituito i blog non mi sembra né centrata né realistica, anzi. Quindi tornare a scrivere, più di pochi caratteri per volta, senza chiedere la futile approvazione di un pollice in su. Scrivere per chi ha tempo e voglia di leggere, oppure chiudere la bocca virtuale e scrivere sulla carta o per la carta, per chi leggerà e serberà qualcosa, e lasciare che il dialogo si svolga solo quando ci si può guardare negli occhi. Sarà ancora possibile, senza forzature, mi chiedo? Quando la natura non viene più naturale, quando gli ambienti artificiali risultano tanto reali quanto un bar o una biblioteca, e tanto più reali dell’atrio di un centro commerciale, forse è il concetto di naturalezza a risultarne irrimediabilmente modificato. Irrimediabile, in ogni caso, è una parola che mi piace, in senso durassiano, direi. Vedremo.