di Nicola Pucci
Gulbis che sembra aver imboccato la retta via, Simon che festeggia la nuova paternità, le fallite conferme di Seppi e Fognini. Questi i motivi della settimana tennistica che nel cammino che conduce al finale di stagione con Master e atto conclusivo di Coppa Davis offriva due tornei ATP World Tour 250 a San Pietroburgo e Metz. Procediamo con ordine.
Gulbis vince a San Pietroburgo – da atpworldtour.com
TORNEO DI SAN PIETROBURGO. Fabio Fognini qui giunse in finale dodici mesi orsono per arrendersi allo slovacco Klizan. Forte del suo numero 17 nel ranking mondiale capeggiava la lista dei favoriti in qualità di prima testa di serie, ma il ligure, dopo gli exploit estivi sul rosso, ha smarrito forma e condizione atletica e se ne va fuori al secondo turno con l’impronunciabile polacco Przysiezny che beneficia del ritiro a due punti dal match del nostro portacolori che anche stavolta, come con Ram ai recenti US Open, non ci fa proprio una gran figura. Non va certo meglio agli altri pretendenti, Youzhny numero 2 che cede a Garcia-Lopez, e Tipsarevic numero 3 che paga dazio alle fatiche di Coppa Davis e già al debutto incoccia nella verve spagnola di Bautista-Agut. Ecco allora approfittarne il lettone da anni ormai atteso al salto di qualità, benestante di famiglia e sostenuto da talento certo ma dubbia attitudine mentale al sacrificio. Ernests Gulbis elimina Elgin, Zopp, Bautista-Agut e Przysiezny per presentarsi all’impegno decisivo con l’ottimo Garcia-Lopez che ben si adatta ai tappeti indoor. Va sotto di brutto Gulbis, 3-6 1-4, ma proprio quando pare avviato ad incassare l’ennesima delusione di una carriera più ombre che luci ingrana la marcia superiore, infila una striscia di undici giochi consecutivi e col punteggio di 3-6 6-4 6-0 bissa il successo di Delray Beach a marzo. Che infine il bizzoso campioncino lettone possa bussare alla porta dei grandi?
Simon vince a Metz – da atpworldtour.com
TORNEO DI METZ. Al Moselle Open è di scena Andreas Seppi, testa di serie numero 3, che cerca il rilancio dopo un’estate balbettante e deve confermare la finale 2012 persa con Tsonga. Ma il bolzanino di questi tempi non è troppo ispirato ed al debutto si inchina a Mahut che lo stordisce a furia di serve-and-volley. Il torneo assume fisionomia transalpina e non è proprio una novità se è vero che negli ultimi due anni si è imposto proprio Tsonga e ancor prima di lui Simon e Monfils. Già, Tsonga e Simon, a capeggiare la lista dei favoriti, assenti all’ultimo US Open, Jo-Wilfried al rientro dopo l’infortunio al ginocchio subito nel match di secondo turno con Gulbis a Wimbledon e Gilles impegnato a festeggiare la seconda paternità. In semifinale i due beniamini di casa scavalcono gli ostacoli Florian Mayer, dal gioco atipico che inganna, e Nicolas Mahut, alla miglior stagione della carriera, per guadagnarsi lo scontro diretto in finale. Tsonga vorrebbe triplicare ma la condizione fisica non è ancora ottimale e Simon può chiudere la settimana perfetta, senza l’onta di set ceduti, per incamerare col punteggio di 6-4 6-3 l’undicesimo titolo della carriera. Da dedicare al piccolo Valentin.
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