Mia nonna suonava e cantava al pianoforte questa canzone, ovviamente italianizzata, “Tornerai”. La sua voglia di insegnarmi, e la scusa per passare il tempo insieme, diventò occasione per acquisire tutto un repertorio del “suo tempo”: dolci melodie, testi d’amore pudichi e zuccherini. Brani innocui che magari risuonavano sullo sfondo della grande guerra, da ballare “cheek to cheek” nei salotti lontano dalle bombe e che, qualche anno fa, sono stati rispolverati in chiave jazz da quel genio che è il nostro Stefano Bollani nel progetto “Abbassa la tua radio“. Ammiro quell’altro genio che è Django Reinhardt, costretto a suonare solo con due dita della mano sinistra a causa di un incidente. Ma è quell’incidente, quella menomazione, che permise al suo genio di inventare una tecnica chitarristica rivoluzionaria. Lo guardo ammirato, beandomi all’idea che sia possibile all’uomo trasformare le proprie mancanze in bellezza.