http://www.ilgiornale.it/news/mondo/collaborazione-i-russi-washington-risponde-picche-1180100.html
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/i-politici-americani-abbatteremo-aerei-russi-siria-1180185.html
“Putin ha anche rivelato l’idea interessante del presidente francese Hollande: provare a unire gli sforzi governativi e del cosiddetto Esercito libero siriano. Hollande intervenendo alla riunione plenaria del Parlamento europeo ha in parte smentito: ‘Sappiamo che non sarà possibile riavvicinare l’opposizione democratica con chi massacra il popolo siriano’.Mosca, però, non demorde ed il ministero degli Esteri annuncia di essere pronto a stabilire contatti con i ribelli dell’Esercito libero siriano ‘per discutere dell’avvio di un processo di soluzione politica della crisi siriana attraverso trattative fra il governo e l’opposizione patriottica’”. (dall’articolo di Biloslavo, qui il link: http://www.ilgiornale.it/news/politica/usa-ci-spingono-guerra-cos-libia-comanderete-voi-1180323.html
“A Bruxelles oggi riunione dei ministri della Difesa della Nato. I rappresentanti dei 28 Paesi dell’Alleanza atlantica affronteranno il dossier della Siria, dopo l’intervento della Russia nel Paese e la violazione dello spazio aereo della Turchia da parte di aerei russi. La Siria ha bisogno di una soluzione politica al conflitto e di una transizione che possa formare un nuovo governo. Ma la Russia sta impedendo di arrivare a questa soluzione, perché sostiene il regime di Bashar al-Assad. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, a margine della ministeriale Difesa dell’Alleanza atlantica, chiede alla Russia di ‘svolgere un ruolo costruttivo e cooperativo nella lotta contro lo Stato islamico e a non sostenere il regime di Assad. Perché sostenere il regime non è un contributo costruttivo a una soluzione politica pacifica e duratura in Siria’”. Il Sole 24 Ore
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Ho messo una serie di pezzi da cui si constata il complesso gioco che si va svolgendo in base all’intervento russo in Siria. Se si vuole, si può continuare a seguire le varie mosse effettuate con toni minacciosi o inviti vari a discutere, da una parte e dall’altra: più dalla parte degli Usa, perché sono il paese che ha, piaccia o non piaccia, l’iniziativa “reale” malgrado certe apparenze in contrario. Sembra, ma soltanto sembra, che adesso siano i russi all’attacco, mentre cercano invece di compiere qualche mossa a vantaggio di Assad per condurre meglio, con un certo “ordine”, alla sua uscita di scena e magari ottenerne una di solo parziale.
Se si vuole andare al fondo della questione bisogna sempre afferrare – magari ancora per ipotesi – lo scopo strategico “ultimo”, quello che spiega poi le varie mosse soltanto tattiche. E questo scopo, secondo me, è impedire aperture effettive tra alcuni paesi europei e la Russia. Il vero fine è impedire ogni possibilità di formazione di un asse Parigi-Berlino-Mosca, l’unico che aprirebbe senza più indugi la vera e più pregnante stagione del multipolarismo con possibilità effettive di avviarsi verso un più acuto policentrismo. L’Isis fa quasi pena in questo frangente. Ovviamente, lo sto affermando in tono paradossale, non ho alcuna pena per simili forze fanatiche alimentate mediante contatti precisi tra il loro ristretto vertice e gli Usa (tramite paesi tipo Arabia Saudita, magari Qatar ma anche Turchia). Voglio solo far capire che, attorno a questa questione dell’attacco all’Isis (e delle misure più convenienti per combatterlo e “vincerlo”), si gioca tutto il confronto tra gli Usa (in vantaggio di potenza) e la Russia che deve giungere a qualche compromesso accettabile per non essere indebolita, magari mettendo perfino in moto forze interne (ben esistenti), che puntano a scalzare Putin.
Il gioco in Siria è parte di quello che si svolge in Ucraina (e in altre zone mediorientali e africane). Perfino quella minima, meschina, veramente miserabile, mossa del Nobel alla scrittrice bielorussa “dissidente” è parte (infima) dello stesso gioco. La grande preoccupazione degli Stati Uniti, assieme ai loro fedeli servi europei (di “sinistra” e di quella “destra” che di fatto sta anch’essa “in appoggio”), è che possano svilupparsi in Europa forze ben più adeguate del FN (almeno quello attuale) e della Lega (molto debole), in grado non certo di mettersi al servizio della Russia, ma di servirsi dei rapporti con questa per creare un vero polo di potenza contrapposto. Un simile gioco si svolge quindi in vari “teatri” con misure belliche (scegliendo appunto un obiettivo tipo Isis o simile, che non implichi scontro militare diretto tra Usa e Russia), unite a mosse condotte tramite più tradizionali canali diplomatici. Alle volte la situazione sembra tendersi con ricorso alla violenza (mai però tra i due diretti antagonisti, non preoccupatevi di questo).
In Siria propendo per una finale soluzione che veda o l’abbandono di Assad o il suo sostanziale confinamento in una delle reali (anche se forse non ufficiali) enclaves in cui verrà diviso infine il paese. L’Isis sarà certo ridimensionato, ma non credo ancora “distrutto”, anche perché potrebbe, una volta indebolito nell’attuale zona del sedicente “Califfato”, inviare alcune sue “spore” nel Caucaso (e qualche Repubblica centroasiatica) se servisse un impegno ancora maggiore per rendere viepiù complicata la situazione (e il dispendio di energie) della Russia, e quindi tenerla lontana dalla prospettiva di un reale rapporto con alcuni paesi europei (penso sempre a Francia e Germania principalmente). Purtroppo, sarebbe cruciale il mutamento di prospettive politiche proprio in Europa; nei suddetti paesi ma pure in questa nostra Italietta. Su questa non scrivo adesso; lo farò in seguito perché anche qui si notano giochi che sembrano molto diversi da ciò che in effetti sono.
Concludo solo affermando che l’elemento cruciale della situazione non si trova al momento in Russia, ma proprio in Europa (in alcuni paesi, non in tutti), dove siamo indietro in modo impressionante rispetto a ciò di cui ci sarebbe politicamente bisogno. E non si cambierà questa situazione se non la si smette con il “mito della democrazia” (elettoralistica) che è proprio il “Cavallo di Troia” degli Usa. Sono loro che propagandano (ed “esportano”) questa “democrazia” (da quando sono nati, ma in particolare dal secolo XX) quale strumento del loro predominio. In ogni caso, la Russia può aiutare, ma solo se noi aiutiamo lei, liberandoci delle “sinistre” e di quelle “destre” che ne sono sempre sostanzialmente succubi; si tratta di fondamental-ignoranti spesso in polemica ma di fatto sottomessi, politicamente e culturalmente, ai semi-colti!