24 SETTEMBRE – Tre partite, sette punti ma soprattutto terzo posto in classifica in solitaria, dietro le solite Roma e Juventus. Sembra incredibile, ma è tutto vero. Era forse dal lontano 1984/85 – la stagione dello scudetto per chi non dovesse ricordare – che non si vedeva un Verona così in alto dopo così poche giornate. Per carità, il paragone può anche sembrare irriverente, tuttavia il risultato raggiunto dagli uomini di Mandorlini è sicuramente degno di nota. La vittoria esterna di Torino, che ha consacrato i gialloblù al terzo posto in graduatoria, è frutto di una prestazione magari non di altissima qualità ma di estrema sostanza. Il reparto difensivo, che tanto aveva “ballato” la scorsa stagione, mostra segni di impenetrabilità a tratti disarmante. La coppia Marquez – il messicano è veramente giocatore di altra categoria – e Moras, ben protetti dal “figliol prodigo” Tachtsidis, garantiscono a Rafael uno schermo protettivo di tutto rispetto. Nella trasferta granata, a parte i primi venti minuti della seconda frazione di gioco dove gli uomini di Ventura si sono avvicinati minacciosamente in area scaligera, il Verona ha saputo rimanere sempre in partita, sfiorando la rete del vantaggio in due/tre occasioni e trovando il gol della vittoria con il subentrato Ionita, “cavallone” moldavo di estrema affidabilità. Unico neo, o quanto meno aspetto degno di essere migliorato, è forse quello di un baricentro difensivo eccessivamente “schiacciato” – tipico peraltro dello schema mandorliniano – che sovente costringe gli avversari alla giocata in orizzontale ma che rende difficile la manovra gialloblù quando si tratta di ripartire in velocità. Rispetto alla scorsa stagione mancano per ora – in attesa di Nico Lopez e Saviola – le fulminanti accelerazioni alle quali ci avevano abituati Iturbe e Romulo e, senza nulla togliere a Gomez e Jankovic in campo l’altra sera, diventa pertanto difficile presentarsi in area avversaria con sufficiente rapidità.Alla fine la partita a scacchi dell’Olimpico ha sorriso a Mandorlini che dal punto di vista tattico ha avuto la meglio sul più esperto tecnico granata. Il pericolo più grande i gialloblù lo hanno di fatto corso con il rigore concesso in piena “zona Cesarini” dal sig. Banti di Livorno – penalty non così evidente ma che tutto sommato ci può stare – calciato da El Kaddouri e parato dall’immenso Rafael, capace nell’occasione di intercettare anche la ribattuta ravvicinata dell’attaccante granata. Prestazione, invece, sottotono da parte di Sorensens – il danese all’esordio, dopo un discreto primo tempo si è smarrito nella ripresa – e del greco Christodoulopoulus, ancora incapace di incidere come sa e come dovrebbe. In ogni caso, dopo sole tre giornate, si è vista in campo una squadra pratica, essenziale ma soprattutto solida. Una formazione che, anche a scapito del bel gioco, almeno per ora, sa essere cinica, rischiando il minimo indispensabile ma soprattutto pronta a colpire alla prima occasione. Vittoria meritata quindi – checché ne dica l’ex mister gialloblù Gianpiero Ventura – e classifica che permette di guardare tutti dall’alto, Roma e Juventus escluse. Ed ora, dopo aver “matato” il Toro, sotto con il Grifone nel turno infrasettimanale e chiusura del trittico con la trasferta di Roma contro la Lupa Capitolina. Come potete vedere, la caccia è quindi aperta….
Enrico Brigi
twitter @enrico_brigi
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