Nel padiglione 2 (posizione 2C 136 - 2E 135) saranno in vetrina le bollicine di Pinot nero e il Bonarda, le due anime di colline forti di ben 13.500 ettari a vigneto, da cui nasce il 65% del vino di Lombardia. “Esserci significherà lanciare un messaggio all’Italia e al mondo che tornano a guardare al vino come al comparto più virtuoso del “made in Italy” ad alto valore aggiunto - spiega il direttore del Consorzio
Emanuele Bottiroli
Emanuele Bottiroli -. Dove si parla di questi temi, l’Oltrepò deve essere presente. Per la prima volta dopo oltre un decennio saremo a Torino accanto a Slow Food con le etichette dei nostri produttori per ricordare che in Oltrepò il vino è cultura, una rete di cantine, perlopiù a conduzione familiare. Il vino prodotto e imbottigliato in zona rappresenta un’identità da proteggere e valorizzare, agganciata al sistema dell’enoturismo e dell’accoglienza". Una promessa d’impegno che arriva nel 2014, dichiarato dalle Nazioni Unite Anno internazionale dell’Agricoltura Familiare. “Dobbiamo ribadire con forza - sottolinea Bottiroli - che in Oltrepò la vitivinicoltura si traduce in economia, educazione, ambiente e cultura. A Torino racconteremo il nostro primato nazionale dei 3.000 ettari di Pinot nero, da cui nascono eleganti bollicine e rossi da lungo affinamento, ma riaccenderemo i riflettori anche sul simbolo della tradizione, il Bonarda, che con 20 milioni di bottiglie rappresenta una moltitudine di produttori oltre che uno dei vini quotidiani più trasversalmente consumati in tutto il Nord Italia”. Infine un messaggio alle istituzioni e agli enti locali: “Per i nostri produttori che fanno investimenti, comunicazione e accoglienza per dare profilo all’Oltrepò, auspico un’attenzione diversa alla rete stradale, alla pulizia e alla manutenzione del verde. Troppo disordine rischia di vanificare gli sforzi in atto per dare all’Oltrepò l’immagine che merita”.