Torre del Greco, il pentito Isidoro Di Gioia in queste ore sta raccontando ai magistrati come si sarebbero dovuti chiudere i conti con gli scissionisti di rione Sangennariello per placare la sete di vendetta del boss ferito, del ras colpito al cuore dalla morte del padre. Una narrazione a tinte fosche quella dell’ex boss del clan del tatuaggio.
Isidoro Di Gioia, ricordiamo, è scampato per “Miracolo” all’agguato in cui ha perso la vita il padre Gaetano Di Gioia, il padrino noto come ‘o tappo.
Nel 2009 quell’angolo di terra di Campania era in fibrillazione, agli ordini del giovane Isidoro Di Gioia rispondevano anche quelli dell clan di Ercolano e persino gli Ascione-Papale. In quel mese di maggio poi si doveva stabilire come vendicare l’agguato ed allora secondo l’ex boss l’obiettivo doveva essere scelto tra Raiola oppure “o picciotto”».
Secondo quanto dichiarato da Di Gioia sarebbbe “O cecato” colui che aveva sparato il padre e così si legge su Metropolisweb “mi sono recato più volte insieme a Filippo (Cuomo) con la blindata a Ercolano dove mi sono incontrato con Dantese, Giannino e Pietro per organizzare l’agguato a “o picciutto” o a Raiola». Sono loro, Raiola e Antonio Mennella, i due uomini individuati da Isidoro Di Gioia, come esecutori dell’omicidio del padre, programmato- secondo i magistrati- dal boss degli scissionisti Ciro Grieco.”