Per la seconda teoria esso deriverebbe da un dolce romano e in questo caso fu una guerra a determinarne la nascita. Narra infatti una leggenda che durante la guerra in Irpinia i Romani furono sconfitti dai Sanniti che li fecero tutti prigionieri. I primi per il disonore non mangiarono più, rischiando di morire di fame. I vincitori quindi decisero di inventare una pietanza sostanziosa e irresistibile che potesse risvegliare nei prigionieri l'appetito. Fu così che nacque il torrone.
(macchinario per la preparazione del torrone. Inizi XX secolo)
Ma da dove deriva il suo nome? Sembra che le origini siano riconducibili a due termini: torrero (abbrustolire) o torrere (tostare). Sebbene siano due nomi diversi è evidente come entrambi sarebbero riconducibili alla tostatura delle mandorle e nocciole che lo costituiscono.
La patria indiscussa del torrone è la città di Cremona dove esso è parte attiva del patrimonio gastronomico del territorio. E' proprio qui, molti secoli dopo quelle precedenti, che fiorì una nuova leggenda sulla sua nascita: sembra infatti che esso sia stato una preparazione speciale per le nozze tra Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza (25 ottobre 1441).
La prima volta che comparve in un trattato di cucina fu intorno al Cinquecento ad opera di Messisbugo e si diffuse successivamente in altri trattati destinati ai banchetti di corte.
Ma perché questo dolce ebbe così tanto successo? Ma soprattutto: perché tutte le classi sociali lo consideravano un dolce straordinario? Due sono gli aspetti che bisogna prendere in considerazione: gli ingredienti e le caratteristiche del dolce finale. In primo luogo infatti l'alto contenuto di frutta secca e miele rendevano questo dolce prestigioso, simbolo di elevate disponibilità economiche; inoltre, la modalità di preparazione rendeva questo prodotto adatto alla conservazione per lunghi periodi.
Bisogna considerare anche le valenze simboliche degli ingredienti utilizzati, tutti con precisi significati sul piano religioso: le uova simbolo di fecondità e rinascita; la frutta secca, oltre ad essere beneaugurale, era simbolo della provvidenza, dell'incarnazione di Cristo e della Trinità. Per associazione quindi questo dolce era consumato anche durante i matrimoni o, in alcune versioni, anche in occasione delle festività pasquali.
E' chiaro come per questo grande discorso valga quanto è già stato detto per altri prodotti: le necessità umane di utilizzare i prodotti sono state mutate e modificate in straordinari incontri di piacere sensoriale ed ingegno di cui l'uomo è l'artefice principale.
Buon Anno!