Torta di pesche Abbot agli amaretti pralinata alle mandorle
Da Annalisa B
Sulla mia comoda poltrona, da piccina, ho visto e rivisto la commedia dal sapore molto retrò Papà Gambalunga....
Seguendo i criteri della "custologia",
mi sono immaginata un meraviglioso dolce, ideale per la merenda. Quel tipo di merenda che sognava ad occhi aperti la piccola Jerusha Abbot, una povera orfanella il cui cognome è stato preso casualmente dall'elenco telefonico (Abbot è nella prima pagina). Lei, che di torte dolci e morbide ne aveva solo la fantasia, come di un abbraccio.
Alla soglia dei 18 anni, uno sconosciuto e ricco membro del consiglio dell'orfanotrofio, colpito dal suo talento nello scrivere,[1] decide di diventare tutore di Jerusha e le da l'occasione di frequentare l'università. Il benefattore, che rimane anonimo (si farà chiamare John Smith) pone come condizione che Jerusha gli scriva costantemente per raccontargli i suoi progressi nello studio e nella vita. La ragazza immagina questo strano personaggio, con la sua lunga ombra dalle gambe sottili creata su una parete dalla luce dei fari della sua auto: perciò losoprannominerà "Papà Gambalunga"[2].
La vita di Jerusha durante università (come viene scritto nelle lettere che scrive al suo tutore) cerca di integrarsi nell'ambiente alto-borghese in cui si trova e cela di essere orfana: si farà chiamare Judy[3] e fingerà di essere di buona famiglia, che ha un tutore che amministra i suoi beni. Judy avrà delle compagne di stanza,Julia Pendleton e Sallie McBright e si innamorerà di Jervie Pendleton. La storia però riguarda soprattutto il mistero sull'identità di Papà Gambalunga: Judy vorrebbe conoscerlo ma lui non vuole. La rivelazione arriverà solo nel finale, quando Judy già laureata, scoprirà chi é Papà Gambalunga.
Papà Gambalunga è un romanzo del 1912 di J.Webster, da cui sono stati tratti molti adattamenti: il più famoso é il film Papà Gambalunga del 1955 con Fred Astaire. Daddy Long Legs (titolo originale) è il soprannome che si da negli USA ai ragni dalle gambe sottili e lunghe.
Ma ora veniamo alla ricetta!
Si può confezionare in tutte le stagioni, perchè le pesche sono sciroppate e quindi si possono reperire anche fuori stagione.
Certamente, chi vuole, in estate, può usare le pesche fresche, avendo l'accortezza di aggiungere circa 20-30 gr di zucchero semolato all'impasto.
A voi buongustai!
Ingredienti:
250 gr di pesche sciroppate
150 gr di zucchero semolato
100 gr di farina 00
70 gr di amaretti
4 uova
1/2 bustina di lievito per dolci
1/2 bicchierino da liquore, di rhum
1 bustina di vanillina
1 cucchiaio di granella di mandorle
olio di semi q.b.
pangrattato q.b.
Lavorazione:
Oliare e cospargere di pangrattato una tortiera del diametro di circa 26-28 cm
.
Dividere i tuorli dagli abumi e montare, con lo sbattitore, lo zucchero con i rossi finchè risulti una crema chiara e liscia.
Aggiungere la farina, il lievito e la vanillina setacciati.
Montare a neve ben ferma, gli albumi e unirli, molto delicatamente, al composto precedente, avendo cura che non si smontino.
Ora, inzuppare gli amaretti in una "bagna" composta da rhum e da acqua q.b.
Versare la crema, ottenuta prima, nella tortiera e guarnirla con i suddetti amaretti, le pesche (divise a metà) e la granella di mandorle.
Infornare con modalità ventilata in forno preriscaldato a 180°C per circa 30 minuti.
Quando è pronta, cospargerla leggermente di zucchero a velo.
E' una torta che merita davvero di essere mangiata!
Con questa ricetta partecipo al contest "La torta della domenica" di Le Cosine Buone
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