I saw mommy kissing Santa Claus - The Jackson 5
Il Natale che ho smesso di credere a Babbo Natale, avevo sei anni.
Abitavamo ancora a Milano ed il settembre successivo avremmo lasciato nebbia e cemento per trasferirci per sempre in Toscana.
La previgilia di Natale, partivamo a bordo di una 127 azzurro polvere con una pantera nera appiccicata sul portabagli destinazione Roma, dove ogni anno trascorrevamo le feste con i miei nonni paterni.
Mia sorella ed io prigioniere dei sedili posteriori, trascorrevamo il tempo del viaggio litigando come furie per la conquista dello spazio in cui sdraiarsi e dormire un po'.
Spesso mio padre era costretto a fermarsi per lasciarmi vomitare nelle piazzole di sosta a causa del mio irrimediabile mal d'auto.
Milano - Roma in circa 7 ore: il viaggio della speranza.
Il "quanto manca" di default smetteva solo dopo Orvieto, quando all'orizzonte ci si presentava la montagna con il profilo di "uomo che dorme". Allora cominciavamo il conto alla rovescia.
Al casello del Grande Raccordo Anulare, era la gigantesca Stella Cometa appesa in alto sui gabbiotti, che pompava a mille il nostro entusiasmo e ci diceva: ben arrivati!
Quell'anno lo ricordo come fosse adesso, ma credo che certi momenti restino impressi per sempre nella mente di un bambino, come la prima cotta o la prima parola che ti si apre in tutto il suo significato mentre stai imparando a leggere (la mia è stata "Standa"!).
In realtà all'epoca, da buona milanese, io non credevo a Babbo Natale, ma a Gesù Bambino.
A lui avevo chiesto una cosa che ripensandoci oggi, a distanza di 40 anni, mi fa molto ridere e spiega molte cose: con tutte le mie forze volevo il Dolceforno.
Il Natale come sempre fu bellissimo, insieme ai miei cuginetti, circondata da decine di zii e conoscenti, tanto buon cibo, i dolci della nonna e le partite a Sette e mezzo.
Però in mezzo ai regali, niente Dolceforno.
Non ero una bambina capricciosa né viziata, ma la delusione fu cocente.
Così cocente che non volli crederci convincendomi che Gesù Bambino essendo piccolo, non avesse potuto portarmi il regalo a Roma e lo avesse lasciato a casa a Milano.
Sicuramente era così.
Il dopo Natale fu una lunga attesa per tornare a casa.
Però quando mamma aprì la porta sul pianerottolo del quarto piano, l'appartamento era buio, freddo e vagamente ostile come tutte le case al rientro da un lungo viaggio.
Mi aspettavo di vedere l'albero illuminato ed il mio dono lì, in bella vista con un bigliettino di scuse.
Fare due più due mi ci volle forse un centesimo di secondo: Gesù Bambino non esisteva.
Non ricordo se piansi o feci domande ai miei. So solo che il Dolceforno è rimasto un per anni un desiderio irraggiungibile.
Ancora oggi sto cercando di recuperare il tempo perduto tenendo il forno acceso il più possibile!
Una torta splendida.
Probabilmente l'ho detto di altre decine di torte, ma cosa pensate di aspettarvi da una golosa impunita?
L'ennesima torta di mele ma così diversa da quelle provate e presenti in questo blog.
E' umida, morbida, intensamente aromatica e con una copertura croccante e golosa che ricorda certi dolci del Nord Europa.
Si prepara velocissimamente e allo stesso modo finisce. Si può offrire senza alcun timore al termine di un buon pranzo, accompagnata da gelato, creme o salse a vostro piacere.
Ma è comunque una torta perfetta per un te con le amiche.
Se non vi ho convinto adesso, non so cos'altro dirvi se non che è di Delia Smith, quindi una garanzia!
Ingredienti per una tortiera da 20 cm di diametro (per 8 persone)
Per la torta
1 mela da cuocere (io ho usato una Granny Smith per il suo sapore acidulo)
150 ml di sidro secco (io ho usato un sidro abboccato)
75 g di uvetta
225 g di farina autolievitante
1 cucchiaino di lievito in polvere
1 cucchiaino di cannella in polvere
1 cucchiaino di misto spezie per speculoos (potete sostituire con una miscela di polvere di chiodi di garofano e noce moscata)
150 g di burro a temperatura ambiente
2 uova grandi sbattute
150 di light brown sugar (potete sostituire con zucchero muscovado)
Per il topping
25 g di burro a temperatura ambiente
25 g di farina autolievitante
50 g di light brown sugar (c.s)
1 cucchiaino di cannella in polvere
25 g di mandorle in lamelle
2 mela Granny Smith
Zucchero a velo per rifinire
Per l'impasto di base, sbucciate la mela e riducetela a dadini di c.ca 1 cm 1/2 di diametro.
Mettetela in una ciotola sufficientemente ampia per accogliere la mela, l'uvetta ed irrorate il tutto con il sidro. Lasciate riposare mentre preparate l'impasto.
Setacciate la farina, il lievito e le spezie in una larga ciotola. Fate cadere la farina dal setaccio tenendolo alto sulla ciotola così la farina incorporerà una buona quantità di aria.
Aggiungete il burro, le uova e lo zucchero.
Con uno sbattitore elettrico, sbattete il tutto per c.ca 1 minuto in modo da combinare bene gli ingredienti ed ottenere un impasto dalla consistenza cremosa.
Versate adesso il contenuto della ciotola con il sidro, mele e uvetta e con una spatola di metallo incorporate delicatamente gli ingredienti ottenendo un composto piuttosto molle e ma ben amalgamato.
Versate l'impasto nello stampo (se lo avete a cerniera, ottimo) foderato con carta da forno.
Per il topping mettete tutti gli ingredienti in una ciotola tranne mele, mandorle e zucchero a velo, e cominciate a sabbiare le polveri con il burro utilizzando la punta delle dita, ottnenedo delle briciole grossolane. Mettete quanto ottenuto in frigo mentre procedete alla prossima operazione.
Sbucciate la mela e tagliatela in quarti quindi riducete ogni spicchio in fettine sottili.
Disponete le fettine sulla superficie del vostro dolce.
A questo punto spargete con delicatezza le briciole di impasto coprendo le mele e per ultimo aggiungete le mandorle spargendole su tutta la superficie.
Fate cuocere la torta nel centro del forno precedentemente riscaldato a 180°, per c.ca 1h15.
Fate la prova con lo stecchino. Potrebbe servirvi più tempo in quanto dipende dalla umidità rilasciata dalle mele e dalla farina utilizzata.
Verificate con uno stecchino che dovrà uscire pulito.
La torta non deve comunque stracuocere e restare morbida e umida all'interno. Il segno che è pronta sarà notare come la torta si allontani dal bordo della teglia.
Lasciate raffreddare una decina di minuti nello stampo quindi sformate il dolce e fatelo raffreddare su una gratella.
Spolverate con zucchero a velo e servite.
Meravigliosa ancora tiepida, accompagnata da crema inglese o gelato alla vaniglia.
I giorni successivi il profumo delle spezie la renderà irresistibile.
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