I baci non durano. Saper cucinare sì!
(George Meredith)
Accantono per un momento le mille incazzature, resetto l’ansia pre-esami E parcheggio bene il camion …tutto ciò per proporvi la mia ultima schifezza culinaria ad alto tasso calorico , ovvero il “tortino con cuore di cioccolato”.chi di voi fosse a dieta causa “oddio me so abbuffata a Nata” farebbe bene a chiudere questa pagina (come disse Isac Asimov “La prima legge della dietetica: se ha un buon sapore, non è per te”).
Da anni mi delizio di questo “sfornatino dell’ammmmore” nelle varie pizzerie/ristoranti che frequento ma,una volta slinguazzato il piatto anche dalla più misera presenza di cioccolata, rimanevo sempre con una punto di ROSICATA PURA causata dalla mia incapacità nel capire e fare un tortino così tremendamente godurioso.
Ed invece, grazie ai suggerimenti di ItalianFoodNet ho scoperto il segreto che si cela dietro a questo dolce. Dopo varie prove (indovinate su di chi?) non ancora perfette e cambiamenti alla ricetta sono arrivata la scorsa settimana alla PERFEZIONE! Quindi ora posso ufficialmente darvi la ricetta.
Pronti??? Vi giuro che sarà facilissimo!
Ingredienti per 6 persone (dalla ricetta originale):
- 150 gr. Cacao amaro in polvere setacciato
- 5 Uova intere 250 gr.
- 250 gr. Zucchero
- 140 gr. Farina tipo 0
- 130 gr. Burro
Preparazione (e vari cambiamenti):
- Imburrate ed infarinate gli stampini (io ho usato QUESTI favolosi in silicone..God save Tuppwear)
- Mettete il burro a temperatura ambiente ( se no fate come la sottoscritta che per girarlo ha imburrato la cucina) e lo zucchero in un montapanna o il vostro frullatore per dolci di fiducia (mai andare contro le abitudini di una donna tra I SUOI fornelli)
- Una volta amalgamato bene burro e zucchero aggiungete lentamente le uova (io ne ho messe 6 perchè erano piccine) e fate montare
- Ora aggiungete metà della farina (setacciata!!!) e iniziate a mescolare a mano con una spatola (ed in casa Effe anche questa è rigorosamente made by Tuppwear). La ricetta originale dice di mescolare “dal basso verso l’altro” ma io ovviamente me ne son sbattuta e ho girato come meglio riuscivo!!
- Aggiungete poi metà cacao e, continuando a mescolare, unite il rimanente della farina e del cacao fino ad ottenere un composto bello cremoso (ammetto che io non ce la facevo più a girare per quanto fosse denso..aahah)
- Trasferite il composto in una sacca da pasticcere e riempite gli stampini con movimenti circolari
- Mettete gli stampini nel freezer e fate congelare il composto. (di solito io li tengo in freezer almeno un paio d’ore). Questo è il segreto del cuore fondente, ovvero uno shock termico che poi cuocerà il fuori ma manterrà l’interno “liquido”!!
- Una volta ghiacciati mettete gli stampini in forno (preriscaldato) a 220° e fate cuocere per 8-10 minuti circa (consiglio: controllate all’ 8° minuto se la superficie è cotta; appena vedete che è fatta chiudete tutto e tirate fuori i tortini, altrimenti inizierà a cuocersi il cuore!
- Togliete il tortino dallo stampo e servitelo (ancora fumante!) con una spolverata di quel che volete. La ricetta consiglia il cacao in polvere ma io, nelle varie prove, ho alternato zucchero a velo e cannella..e tutti e due i tipi han fatto la loro porca figura!
Allora?? scritto tutto? Ora andate miei discepoli, cucinate e fatemi sapere. Per qualsiasi dubbio o perplessità vi consiglio di cliccare sul link di ItalianFoodNet dove lo chef vi espone passo passo tutti i procedimenti, facendovi vedere anche la consistenza del composto (aiuto importantissimo per me!). Spero che i miei suggerimenti non si tramutino in una purga perfetta!
Intanto che i più indecisi finiscano di ragionare sul daffare vi lascio con due perle che si sono contese il posto di incipit in questo articolo.
- “Nove persone su dieci amano il cioccolato. La decima mente.” John G. Tullius
- “La vita è come la ricetta per una torta. Se segui i soliti ingredienti farai la torta ma già saprai che gusto avrà, gli altri la assaggeranno, apprezzeranno ma dimenticheranno presto. Ci vuole sempre un pizzico di genialità in ogni ricetta per far si che essa non muoia con l’ultimo assaggio”. Carlo Peparello