Il poliziotto, del tutto ignaro del significato dello stato di diritto, evidentemente convinto di essere parte di un’organizzazione politica e non di un corpo a tutela di tutti i cittadini, ci mostra l’orribile codardia del suo modo di essere: perché mentre dice che le torture alla Diaz hanno “rispettato tutte le norme, le leggi e le prassi” si lamenta del fatto che le denunce successive siano dovute all’ eccesso “di rispetto di norme, leggi e prassi”. Insomma un grottesco ribaltamento delle cose per scaricare ogni responsabilità che fa il paio con la solidarietà nei confronti delle vittime, così assurdo e bugiardo da gridare vendetta: la capacità di auto assoluzione cresce in misura esponenziale ai peccati. E cerca, pretende nei meccanismi gerarchici una complicità non solo corporativa, ma stimolata da una sostanziale identità diciamo così valoriale.
Tutto questo salta agli occhi e al naso, però c’è anche un altro punto interessante di questo autodafé del torturatore felice e legalizzato che galleggia nella corrente ed è qualcosa che sia pure espresso dentro una sub cultura demenziale fa parte di un’ottusità assai diffusa e che viene presa a spunto per le azioni successive: “Quello che volevamo era contrapporci con forza, con giovane vigoria, con entusiasmo cameratesco a chi aveva, impunemente, dichiarato guerra all’Italia, il mio paese, un paese che mi ha tradito ma che non tradirò”. Vabbè retorica fascista e ipocrita da quattro soldi , ma ciò che sorprende è che a 13 anni di distanza il personaggio non abbia ancora capito che proprio lui stava dalla parte di chi aveva dichiarato guerra all’Italia. E che erano proprio i globalizzatori riuniti in consesso per dare avvio alla riduzione della democrazia attraverso l’euro e la sottrazione di sovranità: dalla parte dell’Italia e della dignità ci stavano semmai i manifestanti, non i boiardi di stato asserragliati nel loro barnum ultraliberista.
Che non lo abbia ancora capito questo tipo di poliziotto con il suo miserabile medioevo mentale passi e passi pure che se ne faccia vanto senza che i superiori si degnino di intervenire. Ma questo è possibile anche perché sono ancora in molti che non lo hanno capito: quelli stessi che oggi seriamente credono ai tesoretti pre elettorali usciti dal cilindro delle previsioni sballate sul deficit previsionale. Anzi sono ormai costretti a crederlo per evitare la consapevolezza del disastro economico e della scomparsa progressiva della democrazia che non vogliono vedere per non essere costretti a darsi torto. esattamente come quella farsa di poliziotto fascistone da social dell’orrore. E infatti è proprio questa massa volontariamente assente dal terreno della consapevolezza a torturaci politicamente.