C'è un altro libro che devo ancora leggere e mi fa pensare a Cuffaro. Ce l'ho sul comodino, in attesa del suo turno, ed è Antonio Ingroia. Io so, il libro di Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza che raccoglie il racconto del pm-leader politico-giornalista pubblicista palermitano sulla trattativa Stato-mafia e sul ventennio berlusconiano. Mafia, politica, libri. Punti di vista diversissimi (si può dire opposti?) da quelli di Cuffaro. Se mi viene in mente un improbabile confronto tra i due libri è soprattutto perché penso che la condanna di Cuffaro è il grande successo dell'acerrimo nemico di Ingroia, quel Pietro Grasso che da procuratore nazionale antimafia preferì l'imputazione per favoreggiamento al più complesso e indefinito concorso esterno e che adesso da neo-presidente del Senato si è ritrovato sotto il fuoco delle accuse di chi invece sta dalla parte di Ingroia e di una diversa gestione delle inchieste su mafia e politica. Intanto Cuffaro è in carcere, molti degli accusati di concorso da Ingroia no. Ma inutile andare oltre, mica ho la pretesa di competere con Travaglio sul piano dialettico e documentale. E Grasso non mi ha chiesto di difenderlo.
Tutto questo per riflettere sulla politica, sulla mafia e sull'antimafia, sulla saggistica, sul fatto che in fondo una seconda opportunità non la si nega a nessuno. Totò Vasa Vasa, dietro le sbarre di Rebibbia, si è rimesso a studiare e ora scrive il suo libro di memorie.
Ingroia diventa famoso anche in politica, ma la sua Rivoluzione Civile non ha superato lo sbarramento della satira di Maurizio Crozza.
Dalla fine del 2010 Riscossione è una società unica, prima era la partecipata della Serit. Quand'era presidente, Cuffaro si era premurato di mettere a capo suoi fedelissimi (nulla di strano, è lo spoil system all'italiana). Nel 2008, per esempio, alla guida di Riscossione Sicilia c'era l'ex segretario dell'Udc in Sicilia, Domenico Sudano, mentre il presidente della Serit era Silvio (all'anagrafe Silvestre) Liotta.
Sudano a gennaio 2013 si è ritrovato senatore per un solo giorno, subentrando a Pippo Gianni sempre per l'Udc e maturando così almeno un mese e mezzo di stipendio parlamentare. Buttalo via.
Liotta invece è quello che nel 1998, da deputato di Rinnovamento Italiano, fece mancare il voto decisivo per la fiducia a Romano Prodi abbandonato da Bertinotti. Lo stesso Bertinotti che alla fine, nel 2013, ha tiepidamente appoggiato Ingroia alle elezioni.
Quando la realtà (politica) supera la fantasia (letteraria).
P.S. Non c'entra nulla con questo post - già sconclusionato di suo - ma la scoperta di un ritaglio di giornale del settembre 2008 mi ha fatto sobbalzare. Sei mesi prima che ci andassi io, Cuffaro era stato in Repubblica Democratica del Congo. Abbiamo una cosa in comune.
Solo che io non ho avuto tempo per la Dc. Peccato.