A nulla è servito il faccia a faccia di questa mattina con Luciano Spalletti. Francesco Totti, amareggiato dal trattamento della società, è stato invitato a lasciare il ritiro della Roma. La società non ha infatti digerito le dichiarazioni pronunciate ieri dal capitano al TG1 (“Voglio rispetto, con Spalletti solo buongiorno e buonasera, avrei preferito parlasse con me e non con i giornali”).

E dire che probabilmente Totti avrebbe ritrovato una maglia da titolare questa sera contro il Palermo, la prima da lungo tempo e alla veneranda età di quasi 40 anni. Il rischio quindi è che gli ultimi tre minuti della sfida contro il Real Madrid siano gli ultimi della lunga e gloriosa carriera del Pupone in maglia giallorossa. Il contratto che lega le parti scade infatti a giugno e non sono ancora arrivate voci di rinnovo.
La situazione rischia di essere pericolosa anche per altri motivi. In un momento delicato, con un piede fuori dalla Champions (pur giocata a testa alta contro una delle migliori squadre al mondo) ma in risalita in campionato, la fragile ripresa della lupa romanista potrebbe essere compromessa. Una vicenda del genere che riguardi una bandiera come Totti, amato da tutto il popolo giallorosso e rispettato a livello nazionale e internazionale come campione vero, rischia di spaccare l’ambiente in due.
Lo spogliatoio ancora non si è espresso (ed è presto perché lo faccia), ma il tifo è diviso a metà. Anzi, non proprio. Spalletti, allenatore vincente a Roma ma comunque appena arrivato, è in leggera minoranza. La curva sembra infatti convinta che la società venga sì al primo posto e che Totti non abbia più l’età per accampare pretese sul suo utilizzo o meno, ma una bandiera come lui non merita di essere allontanata così dalla squadra. La scelta di Spalletti di fare muro contro muro rischia di rivelarsi un boomerang.
