Totto.

Da Suster
La fregatura è che una volta che cominci ti tocca farteli tutti.
Dopo Gunchina, mamma e Ergino, ecco a  voi:
Totto.

Attenzione: questi non sono due poveri bimbetti rumeni che pescano la misera (probabilmente tossica) cena nel lurido fiume Aniene, ma siamo io e Totto intenti in amene attività, in occasione dell'esondazione di suddetto fiume nel lontano mill... millenovecento... va be', ma che importanza ha?Al mio fratello grande Totto, filosofo e Doctor Universalis, devo alcune importanti prese di coscienza,  che senza di lui mai avrei acquisito:
  • non esiste verità assoluta ( o della relatività dei fatti).
L'ho scoperto intorno ai cinque anni, a causa di un martello caduto in un pozzo. I due litiganti si lanciano l'arnese per gioco o per stizza ed esso finisce proprio giù per la gola profonda del fondo serbatoio. Giunge il fattore: chi è? Che è stato? E il martello? Nel pozzo? Lei dice: "Il cane ha smosso il martello dal bordo del pozzo, e quello è scivolato giù". Lui sostiene che per distrazione uno di loro, appoggiandosi deve averlo spinto accidentalmente. La bambina non capisce: "Ma no, cosa dite? A me invece è sembrato che voi due ve lo steste lanciando e... flup!"
La bambina è un'anima candida e innocente, non si capacita proprio di come i due fratelli possano aver avuto una visione dei fatti tanto diversa da quella avuta da lei.
  • i sensi sono fallaci (o della relatività delle percezioni)
La scoperta deve essere stata di poco posteriore o anteriore alla prima. I due fratelli sostengono che in camera loro esista un pezzo di mobilio fatato chiamato "il panchettone magico": chiunque vi si trovi sopra, per incantamento diviene invisibile. Prova la grande: caspita! E' vero: la voce si sente ma la sorella è sparita! Sul panchettone non c'è più.
Prova il secondo: usciamo tutti. Rientriamo: funziona! Anche lui non si vede più, ma la piccola lo trova accoccolato sotto alla scrivania. "Cosa ci fai qui?" "Caspita! Il panchettone magico deve avermi teletrasportato qua sotto, e io non ricordo niente di niente!"
Prova la piccola ora, uscite! Rientrate, sono pronta!
"Dove sei, oh piccola Suster? Non ti vediamo! Sei qui?" "Sei qui?"
Felice la piccola gode come Calandrino della sua fortunata condizione di invisibilità, gioendo in cuor suo di averla finalmente fatta ai suoi due grandi fratelli, che ora, che bellezza, non possono vederla!
Portentoso!
  • la morale è soggettiva (o della relatività del sentire etico).
I tre fratelli giocano in giardino su un dondolo. Di età e pesi molto diversi, non possono bilanciarsi a vicenda che accoppiandosi alternativamente in combinazioni differenti, e anche così...
Sale la piccola da un lato. I fratelli dall'altro la tengono su, col loro peso sommato. Lei è felice di rimanere in alto, sul dondolo, e di non scendere più.
Prendono i fratelli delle grosse pietre, le trascinano alla giostra e le ammassano all'estremità vuota, mentre dall'altra parte c'è sempre la bambina sollevata a mezz'aria.
Ride lei, quando loro, finito il lavoro, si allontanano, lascinadola lì.
Tanto ora tornano e mi tirano giù. Certo, non mi lasceranno mica quassù, tutta sola. Ora tornano e mi tirano giù. Ora arrivano e levano i sassi dall'altra parte. Ti pare che mi lasciano qui? Nessuno farebbe una cosa del genere alla propria sorellina piccola... ehi? Yuhùù?
  • non è bello ciò che è bello (o della relatività del sentire estetico).
Erano soliti guardare i due fratelli piccoli in televisione un cartone animato chiamato "Ghostbusters".Lui si fa comprare un pupazzo: un mostro di questo cartone animato, un fantastico lupo mannaro. Lei ne vuole uno pure, perché farebbe tutto quel che fa il fratello grande e non esita di fronte ai fondi di magazzino del negozio di giocattoli. E' rimasto solo un pupazzo piuttosto bruttarello: un esploratore dalla pelle viola, rispondente al nome di "Viscid". Ma a lei piace, non vede l'ora di confrontare il suo pupazzo con quello del fratello, di mostrare che anche lei ora ne ha uno.Quale umiliazione, quale delusione! Lui la deride per quel pupazzo violaceo: "Ah ah ah! Ti sei presa Viscid!" Ancora ride , il fratello, dopo anni e anni, di quell'orrendo pupazzo della sorellina, che voleva solo emularlo. Ride, l'infame!
Come avrei fatto senza un fratello maggiore (e filosofo, per giunta)?(Auguri!)

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